Il presidente Usa, Joe Biden, è stato accusato di aver conservato e divulgato volontariamente materiali riservati quando era un privato cittadino. Tra questi anche documenti sulla politica militare ed estera. Perché l’ha fatto? In sostanza perché troppo anziano, tanto che il procuratore speciale Robert Hur, nel suo rapporto, spiega che Biden non va incriminato perché tanto sarebbe difficile convincere una giuria a condannarlo.
Dura la replica dello stesso presidente degli Stati Uniti, che afferma che la sua “memoria è a posto: guardate quello che ho fatto da quando sono presidente”. “Non ho mai diffuso informazioni classificate”, si difende ammettendo che però avrebbe dovuto prestare più attenzione alla gestione di quei documenti.
Biden si difende sui documenti classificati
Biden sottolinea che il procuratore speciale ha “concluso che non ho commesso nessun crimine con le carte classificate”. E non manca un attacco a Trump: “Al contrario lui ha mentito e non ha collaborato”. Per il procuratore speciale non mancano le critiche a Biden, definitio un uomo anziano e con poca memoria.
L’inchiesta su Biden era partita alla fine del 2022, dopo che l’Fbi aveva scoperto dei documenti top secret nel suo garage a Wilmington, oltre che in un ufficio privato di un think tank, a Washington. Il presidente ha sempre collaborato all’indagine, facendosi interrogare l’8 e 9 ottobre.
A preoccupare è stata soprattutto la scarsa sicurezza con cui erano custoditi i documenti. Per Hur comunque metterlo sotto accusa, se non fosse stato presidente, sarebbe inutile per diversi motivi. Tra cui il fatto che di fronte alla giuria sarebbe sembrato “un uomo anziano empatico, ben intenzionato e con una scarsa memoria”.
La nuova gaffe del presidente Usa
Di certo, però, Biden non si aiuta più di tanto nella difesa in merito alla sua memoria. Tanto che poco dopo ha parlato in una conferenza stampa, commettendo un’altra gaffe. Lo ha fatto parlando di Abdel Fattah al-Sisi, il presidente egiziano. Peccato che Biden, invece, lo abbia definito “presidente del Messico”. Pur parlando correttamente del valico di Rafah e dell’Egitto.