Doveva, gestire le Case della salute; coordinare la telemedicina; digitalizzare, conservare ed elaborare tutti i dati sanitari di tutti i lombardi; gestire in maniera informatizzata i processi sociosanitari. Doveva essere pronto entro 9 mesi (disse l’allora assessora regionale alla Sanità, Letizia Moratti, nel lontano gennaio 2022). Doveva cambiare la Sanità lombarda, traghettandola nell’era dell’IA. Tuttavia, è entrato in funzione (molto limitata) il mese scorso e – a detta di molti medici – è un vero disastro. Parliamo del nuovo Sistema per la gestione digitale del territorio o Sgdt, la piattaforma concepita dal Pirellone, attraverso la controllata Aria, per “gestire digitalmente i processi sociosanitari territoriali, digitalizzare tutti i dati e documenti prodotti, semplificare lo sviluppo dei processi di telemedicina e adottare un modello informativo basato sulla disponibilità di dati in tempo reale”.
In Lombardia è entrato in funzione il nuovo Sistema per la gestione digitale del territorio. Ma a detta di molti medici è un vero disastro
Il 24 gennaio 2022 l’allora assessore Moratti ha convocato una conferenza stampa per annunciare che la giunta Fontana aveva deciso di investire 10 milioni di euro nel progetto (fondi Pnrr). “L’obiettivo”, spiegava, era “connettere il sistema sociosanitario e far dialogare digitalmente tutti gli ambiti della sanità lombarda», poiché l’Sgdt “prevede la totale integrazione tra servizi ospedalieri, territoriali e Fascicolo Sanitario Elettronico in Lombardia”. Moratti aveva illustrato anche la road map della rivoluzione: “Entro nove mesi dall’avvio dell’iter, la piattaforma dovrà essere completata e disponibile per l’utilizzo”. Questo accadeva a gennaio 2022.
Ma anche recentemente, il 23 novembre 2023 (quando il progetto era già in ritardo di oltre un anno) Aria Spa, Regione e il partner Engineering magnificavano il sistema: “L’obiettivo del progetto Sgdt è creare il primo modello nazionale di Medicina di prossimità (…) e favorire la prossima introduzione e diffusione capillare dei servizi di Telemedicina”, dicevano. Oggi, a due anni di distanza dalle parole di Moratti, le cose sono un po’ diverse: Letizia non è più assessore e il “primo modello nazionale di Medicina di prossimità” funziona a singhiozzo e solo per l’Assistenza domiciliare integrata. Come testimonia Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei medici della Lombardia: “È un sistema che non funziona, uno degli 11 portali che Regione ci costringe a tenere aperti mentre lavoriamo!”.
Per Rossi si tratta “di una piattaforma calata dall’alto”, che “ci siamo ritrovati. Non è risolutiva di nulla, anzi, richiede un sacco di tempo per l’immissione di dati, molti dei quali inutili. E i primi tempi, dal punto di vista tecnico, non funzionava. È deflagrante. Vogliono fare un ambiente unico, ma se il buon giorno si vede dal mattino…”. Concorda un medico di famiglia: “Da poco ha iniziato a funzionare e siamo obbligati ad usarla per l’Adi e diventiamo scemi per l’ennesimo carico informatico per altro non così semplice da usare… Hanno problemi anche gli infermieri che dovrebbero gestire le cure domiciliari”.
L’Ordine dei medici boccia la piattaforma da 10 milioni: “Non è risolutiva e usarla fa perdere pure tempo”
Del resto, la verità è messa nero su bianco il 16 marzo 2023 dalla Ats Insubria nella delibera di spesa da 126.575 euro che affida (senza gara) alla società Tekne per tre anni la gestione dei «servizi di assistenza e manutenzione dei pacchetti applicativi di gestione delle attività sociosanitarie», perché l’Nsgd non è pronto. Scrive Ats: “Verificato che l’Offerta Tecnico Economica (Ote) presentata da Aria S.p.A. relativa al progetto “Nuovo Sistema per la Gestione Digitale del Territorio” (…) prevede la messa in produzione a 12 mesi e la manutenzione evolutiva, nonché il necessario supporto per i successi 48 mesi (…) la SC Sistemi Informativi (…) ha proposto di sottoscrivere un nuovo contratto di assistenza e manutenzione con il fornitore Tekne S.r.l. per il periodo di 3 anni (…) in attesa che si concluda il percorso avviato dalla Regione».
Nella stessa delibera si dice poi che l’Sgdt sarebbe partito l’1/4/23, ma non conta, tanto ritardo per ritardo… Ciò che invece conta è questa società Tekne, srl di Pusiano (Co) che da anni vende i suoi software sanitari a Ats, Asst, ospedali… Un monopolio possibile grazie anche a una convenzione firmata dalla società con Aria il 28/10/2019 e prolungata il 18/02/2020, in base alla quale ogni ente sanitario lombardo deve rivolgersi a Tekne per acquistare i software. In base alla convenzione, poi, può contrattare direttamente con ogni singolo ente prestazioni fino a un massimo di 178.640 euro. E così Tekne ha fatto: ha venduto (e continua a gestire) i software che per Moratti e Fontana avremmo dovuto veder operare (ed eccellere) già dal 2022 nella super piattaforma destinata a stupire l’ Italia intera.