Mentre le proteste degli agricoltori di tutta Europa non accennano a diminuire, la commissione Ue alza bandiera bianca e, rimasta senza fondi per tentare altre strade, annuncia che proporrà al collegio dei commissari “il ritiro” della proposta legislativa sui pesticidi. “I nostri agricoltori meritano di essere ascoltati. So che sono preoccupati per il futuro dell’agricoltura e per il loro futuro. Ma sanno anche che l’agricoltura deve passare a un modello di produzione più sostenibile, in modo che le loro aziende rimangano redditizie negli anni a venire”, ha detto la presidente della Commissione dell’Unione europea, Ursula von der Leyen, durante il suo intervento alla riunione plenaria del Parlamento europeo. La stessa ha spiegato che il regolamento è “diventato un simbolo di polarizzazione” ma che “una nuova proposta, più matura”, verrà fatta nel prossimo futuro, verosimilmente dopo le elezioni europee.
Mentre le proteste degli agricoltori di tutta Europa non accennano a diminuire, la Commissione Ue annuncia che proporrà “il ritiro” della proposta legislativa sui pesticidi
Parole a cui ha risposto il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, esultando: “Evviva gli agricoltori, i cui trattori stanno costringendo l’Europa a rimangiarsi le follie imposte dalle multinazionali e dalle sinistre”. Insomma per il leader del Carroccio questa è una vittoria contro ‘i poteri forti’ e i suoi rivali politici. Gaudio espresso anche da Coldiretti con il presidente, Ettore Prandini, secondo cui “il ritiro della proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei fitofarmaci (Sur) salva il 30 per cento delle produzioni alla base della dieta mediterranea, dal vino al pomodoro, messe a rischio dall’irrealistico obiettivo di dimezzare l’uso di agrofarmaci”. Ma c’è da chiedersi se ci sia davvero da esultare o se questa non sia la classica vittoria di Pirro.
Tralasciando le tesi complottiste di Salvini che servono solo a parlare alla pancia dell’elettorato, quello che il ministro e le associazioni di categoria non dicono è che questa decisione della Commissione Ue, a ben vedere, è una sconfitta di tutti. Certo il regolamento europeo era – ed è – imperfetto, come sono sacrosante le proteste degli agricoltori, ma è altrettanto vero che l’uso dei pesticidi è un rischio per la salute pubblica che, evidentemente, viene sottovalutato da Salvini, Giorgia Meloni & Co. A spiegarlo è Angelo Gentile, responsabile nazionale agricoltura di Legambiente, secondo cui “come denunciamo da anni con il nostro report Pesticidi nel piatto, buona parte della frutta, della verdura e degli alimenti che mangiamo tutti i giorni contengono residui di pesticidi.
Salvini e Meloni esultano ma c’è poco da festeggiare
Un fatto grave su cui è fondamentale lavorare per arrivare ad una regolamentazione. Il regolamento europeo andava in questa direzione per cui quanto annunciato oggi dalla presidente della Commissione Ue ci lascia sgomenti”. Dello stesso avviso anche Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, che fa notare come quanto deciso dalla von der Leyen “rappresenta un sonoro passo indietro rispetto al grande tema dell’agrogeologia e al futuro dell’agricoltura”, aggiungendo che “così facendo non si aiutano gli agricoltori, né l’ambiente e la salute dei cittadini. Si tratta dell’ennesima strumentalizzazione politica in vista delle prossime elezioni Europee”. “Questo regolamento”, prosegue Legambiente, avrebbe potuto rappresentare “uno strumento importante per raggiungere gli obiettivi della strategia Farm to fork, quali la riduzione del 50% dell’uso di pesticidi chimici e la riduzione del 50% dell’uso di pesticidi più pericolosi entro il 2030”. Insomma davanti a questi dati, c’è da chiedersi come si possa gioire per questa battuta di arresto decisa a Bruxelles.
Davanti a queste più che sacrosante argomentazioni, su cui le destre preferiscono glissare, c’è da chiedersi se la Commissione Ue non avrebbe potuto fare altro per risolvere la situazione, magari prevedendo incentivi per consentire agli agricoltori di uniformarsi alle nuove norme, predisponendo anche dei sussidi con cui aiutarli in caso di minori introiti e magari con altre forme di ‘aiuti’. Che questa poteva essere una via da percorrere, almeno in teoria, lo ha detto ieri perfino la von der Leyen: “Gli agricoltori hanno bisogno di un’argomentazione commerciale valida per le misure di miglioramento della natura, e forse noi non l’abbiamo fatta in modo convincente. Di un vero e proprio incentivo che vada oltre la semplice perdita di resa. I sussidi pubblici possono fornire tali incentivi” a cui si potrebbe unire anche “un’etichettatura premium, ad esempio in collaborazione con i rivenditori e i trasformatori”.
Le risorse europee sono state dilapidate per sostenere la difesa dell’Ucraina con altri 50 miliardi di euro stanziati soltanto la settimana scorsa
Perché non si è tentata questa strada? Probabilmente per l’assenza di fondi, la quale non stupisce nessuno, dovuta al fatto che le risorse europee sono state dilapidate per sostenere la difesa dell’Ucraina con altri 50 miliardi di euro stanziati soltanto la settimana scorsa. Soldi che sarebbero sicuramente bastati per salvaguardare la salute pubblica, messa in pericolo dall’uso intensivo dei pesticidi, e per dare una mano concreta agli agricoltori. A dirlo è Alessandro Caramiello, Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Agricoltura alla Camera, che senza mezzi termini fa riferimento alla scelta di “spendere 50 miliardi di euro solo per inviare armamenti in Ucraina” mentre sarebbe stato meglio che le “risorse finiscano anche per sostenere il comparto agricolo, che merita un sostegno fattuale e non solo a chiacchiere”.
Pentastellato che poi mette a nudo anche le numerose incongruenze della maggioranza italiana: “Esprimo massima vicinanza e pieno sostegno ai nostri agricoltori: le loro proteste, più che legittime, sono figlie di una miope visione politica di questo esecutivo, che ha deciso di remare contro questo settore, cancellando le decontribuzioni ai giovani imprenditori agricoli, tagliando il credito di imposta che avevamo introdotto con Agricoltura 4.0, annullando la proroga all’esenzione Irpef sui terreni agricoli e ostacolando come non mai l’accesso al credito e al finanziamento dei giovani imprenditori agricoli”. Difficile dargli torto perché questa presunta vittoria contro il regolamento sui pesticidi, la quale viene intestata dalle destre, è in realtà una sconfitta per tutti, agricoltori inclusi.