Il presidente americano Joe Biden firmerà oggi un ordine esecutivo che consentirà agli Stati Uniti di imporre nuove sanzioni ai coloni israeliani – e potenzialmente anche ai politici e ai funzionari governativi israeliani – coinvolti in attacchi violenti contro i palestinesi. Ad anticiparlo è stato il sito di notizie Axios, citando due funzionari statunitensi, poi è arrivata anche la conferma della Casa Bianca.
I coloni israeliani secondo gli Usa stanno minacciando la soluzione a due stati e hanno compiuto oltre 500 attacchi contro i palestinesi
L’ordine esecutivo, che non ha precedenti, mostra la determinazione dell’amministrazione Biden contro l’estremismo dei coloni che hanno provocato la morte di 8 palestinesi in Cisgiordania e il ferimento di altri 115. I coloni secondo gli Stati Uniti stanno minacciando la soluzione a due stati e dal 7 ottobre, secondo l’Onu, hanno operato oltre 500 attacchi contro i palestinesi.
L’ordine esecutivo di Biden è stato già inviato a Netanyahu
La Casa Bianca, sempre secondo quanto è trapelato rispetto alla decisione di emettere sanzioni contro i coloni israeliani, agirà contro quattro di loro e aveva preso in considerazione l’idea di includere i ministri ultranazionalisti Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich nell’elenco delle persone sanzionate, ma per il momento ha deciso di lasciarli fuori. L’ordine esecutivo è stato già inviato al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e ai membri del governo.
“La situazione in Cisgiordania ha raggiunto livelli intollerabili e rappresenta una minaccia grave per la pace”
Le violenze dei coloni nella Cisgiordania occupata hanno raggiunto “livelli intollerabili”, si legge nel decreto del presidente Biden. “La situazione in Cisgiordania, in particolare gli elevati livelli di violenza dei coloni estremisti, le deportazioni forzate di persone e villaggi e la distruzione di beni ha raggiunto livelli intollerabili e rappresenta una minaccia grave per la pace, la sicurezza e la stabilita’ della Cisgiordania e di Gaza, di Israele e della regione del Medio Oriente”, si legge ancora nel decreto.