Ancora i nodi non sono stati sciolti e le forze politiche di maggioranza si sono riaggiornate da oggi a domani. Ma non è escluso che la discussione possa protrarsi anche nei giorni seguenti. La deadline per la presentazione degli emendamenti è fissata al 5 febbraio. Sul premierato, ovvero sulla riforma cara alla premier Giorgia Meloni che, per portarla a casa, ha svenduto l’unità nazionale alla Lega di Matteo Salvini con il sì scellerato all’Autonomia differenziata, si continua a discutere e la quadra ancora non si trova.
Sul premierato, ovvero sulla riforma cara alla premier Meloni, si continua a discutere e la quadra nelle maggioranza ancora non si trova
In particolare, i nodi riguardano: il limite dei due mandati per il premier eletto; la cosiddetta norma anti- ribaltoni che attualmente prevede un premier subentrante al primo eletto (voluta inizialmente dalla Lega e che FdI vorrebbe cancellare) e l’eventuale ballottaggio da inserire nella parte che disciplina l’elezione del premier se non si raggiunge la soglia minima prevista (proposta, secondo quanto si apprende, dalla ministra per le Riforme, Elisabetta Casellati, e che non convincerebbe del tutto la Lega). Dunque ai sette emendamenti predisposti da FdI – come ha riferito il senatore di FdI, Alberto Balboni uscendo dalla riunione di ieri – sono state fatte proposte di limature e correttivi da parte della ministra che ha firmato il ddl e da alcuni senatori.
“Abbiamo avviato la discussione – ha aggiunto Balboni – Come avevo detto, gli emendamenti che avevo predisposto erano solo una base di discussione per offrire una base di confronto, ma non è detto che saranno quelle le soluzioni a cui arriveremo. Stiamo cercando le formulazioni più adatte per rispondere alle criticità segnalate dai costituzionalisti, tranne sul secondo premier su cui c’è anche un tema politico”. L’emendamento che sta particolarmente a cuore al partito della premier, presentato nel pacchetto di cui parlava Balboni, riscrive la norma anti ribaltoni, di preferenza leghista.
Dietro il pressing di Salvini c’è il malcontento per lo stop al terzo mandato dei governatori
Nella nuova versione di quello che potrebbe diventare l’articolo 94 della Costituzione, spuntano alcuni paletti: l’eventuale staffetta tra il premier e chi gli subentra viene limitata ai casi eccezionali di morte, dimissioni volontarie o decadenza. E parallelamente viene lasciata al presidente del Consiglio se sfiduciato da una delle Camere, la possibilità di scegliere: avrà 7 giorni per dimettersi o proporre, al capo dello Stato, lo scioglimento del Parlamento. Ma i correttivi devono avere, e finora non ce l’hanno, la benedizione di Forza Italia e Lega. Che al vertice di maggioranza avrebbe difeso il testo originario. Non è escluso che il tema sarà affrontato anche a livello dei leader: una delle ipotesi è di procedere sulla soluzione di FdI, eliminando allo stesso tempo la modifica sulla possibilità di revocare i ministri su proposta del premier.
Confronto anche sulla eventualità o meno di inserire il riferimento nel ddl costituzionale al premio di maggioranza. L’obiettivo di Fratelli d’Italia è inserire una soglia minima ma Casellati non avrebbe escluso la proposta di diversi costituzionalisti di prevedere negli emendamenti anche il doppio turno. “Stiamo discutendo e domani (oggi, ndr) facciamo la sintesi”, ha detto Massimiliano Romeo, presidente dei senatori della Lega. “Il problema politico è definito, il problema è poi scrivere le norme. Non è una banalità. Io ci vado cauto”, ha detto Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento. “Andiamo avanti, non mi aspettavo di chiudere una vicenda così complicata in poche ore”, ha aggiunto. Si cerca, ha poi spiegato, “l’incastro tra il presidenzialismo, che volevamo noi di FdI, e il parlamentarismo, rappresentato soprattutto dalla Lega”. Che ha già incassato l’Autonomia, però. Dunque deve limitare le sue pretese, almeno secondo FdI.
Gasparri: “Abbiamo sciolto tutti i nodi, domani ci aspettiamo il testo finale dal ministro Casellati”
“Resta un secondo premier in alcune ipotesi molto dettagliate” ha detto Casella al termine del vertice di maggioranza sul premierato di oggi. “Abbiamo sciolto tutti i nodi, domani ci aspettiamo il testo finale dal ministro Casellati che sottoporremo ai leader dei partiti” ha poi annunciato il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri. “Dobbiamo trovare una sintesi di tutti gli elementi emersi durante le audizioni. Ci rivediamo domani alle 12”, ha aggiunto il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo. La maggioranza è “vicina a una sintesi” sul Premierato, e ha dato incarico alla ministra Casellati di redigere il testo dell’accordo che verrà esaminato domani in un nuovo incontro, che successivamente “sarà sigillato” dai leader dei partiti, hanno riferito i capigruppo di maggioranza in Senato.