Ci sono volute le immagini shock di Ilaria Salis, portata in Tribunale a Budapest con le manette ai polsi, i piedi legati e trascinata con una catena da una poliziotta, per far smuovere qualcosa in Italia contro quella che appare come una palese violazione dei diritti umani. Un caso internazionale che imbarazza la premier Giorgia Meloni – fin qui rimasta in silenzio – perché ha come protagonista l’Ungheria guidata dal suo alleato e amico Viktor Orbán, su cui ieri è intervenuto il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, dicendo tutto e il contrario di tutto.
Ci sono volute le immagini shock di Ilaria Salis, trascinata con una catena da una poliziotta, per far smuovere qualcosa in Italia contro quella che appare come una palese violazione dei diritti umani
Infatti il leader di Forza Italia prima ha spiegato che “questa volta mi sembra che si sia ecceduto” perché quanto visto appare come una “violazione delle norme comunitarie” e non è “in sintonia con la nostra civiltà giuridica”, annunciando anche di aver chiesto gli arresti domiciliari in Italia per la ragazza accusata di aver aggredito due nazisti che rischia una condanna fino a 11 anni di reclusione, e dopo ha fatto parziale retromarcia spiegando sostanzialmente che i margini di manovra non sono più di tanto ampi. Questo perché, spiega Tajani, “non possiamo interferire sull’attività giudiziaria” dell’Ungheria ma “possiamo intervenire perché siano rispettate le norme comunitarie sul trattamento dei detenuti”.
Poi, parlando con i cronisti che gli domandavano cosa ne pensasse la premier del caso di Ilaria Salis, ha dichiarato: “Se ho parlato con Meloni visto il rapporto che c’è con Orbán? Se vogliamo parlare in punta di diritto, Orbàn non c’entra niente. Non è che il governo decide il processo. La magistratura è indipendente”. Si tratta di dichiarazioni opinabili perché le norme che vengono applicate dalle toghe sono quelle emanate anche e soprattutto dal primo ministro di Budapest, il quale ha governato l’Ungheria dal 1998 al 2002 e ancora dal 2010 a oggi. Com’è tutto da dimostrare anche l’assunto che la magistratura ungherese sia ancora indipendente viste le proteste di piazza, represse con durezza, e il conseguente contenzioso con l’Unione europea.
Proprio come Tajani, in queste ore si sta attivando anche il guardasigilli Carlo Nordio che ieri ha raccontato: “È una fotografia molto dura. Abbiamo incontrato il padre, naturalmente la magistratura ungherese è sovrana. Ci si può attivare, cosi come ci stiamo attivando, attraverso i canali diplomatici, facendo tutto il possibile per attenuare le condizioni rigorose in cui è detenuta”.
Insomma stando alle reazioni e alle dichiarazioni di importanti esponenti del governo, sembrerebbe che le immagini della ragazza incatenata hanno portato alla luce un caso di cui si sapeva poco o nulla. Peccato che le cose non starebbero affatto così. A smentire tutti ci ha pensato Roberto Salis, padre di Ilaria, che ad Agorà su Rai3 ha detto chiaro e tondo di credere “che l’Ambasciata italiana abbia partecipato ad almeno quattro udienze in cui mia figlia è stata portata in queste condizioni davanti al giudice. Noi fino al 12 ottobre, quando mia figlia ha scritto una lettera, non avevamo evidenza del trattamento che stava subendo. Gli unici che lo sapevano e non hanno detto nulla sono le persone dell’Ambasciata italiana in Ungheria”.
Come sembra stonare il fatto che Forza Italia & Co scoprano soltanto oggi che l’Ungheria di Orbán possa compiere gravi violazioni dello Stato di diritto. Questo perché ad ottobre 2018 l’Europarlamento aveva dato il via libera, spaccandosi, proprio a una serie di sanzioni contro Budapest per alcune controversie giuridiche. Cosa ancor più curiosa è che in quell’occasione in Italia la Lega di Matteo Salvini, cosa poi ribadita a Bruxelles, e Forza Italia, all’epoca guidata da Silvio Berlusconi, si erano schierati a fianco del primo ministro ungherese tuonando contro sanzioni ritenute ingiuste.
La Meloni resta in silenzio. Il M5S chiede un’informativa al governo
L’unica certezza è che il caso scotta e sta imbarazzando la maggioranza per via dello scomodo alleato. Tutte ragioni per le quali Francesco Silvestri, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, fa notare che “le scioccanti immagini di ieri di Ilaria Salis, ammanettata in modo indegno nel tribunale di un Paese di cui Giorgia Meloni si vanta di essere amica, ci lasciano esterrefatti. All’apertura dell’Aula chiederemo subito un’informativa urgente alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La gravità della situazione richiede informazioni e interventi immediati. Vogliamo capire se il governo, tramite la Farnesina, già sapeva delle condizioni di Ilaria. Ci auguriamo che la premier Giorgia Meloni metta gli interessi dei cittadini italiani prima di quelli del primo ministro ungherese Viktor Orbán”.