Modifiche, riformulazioni, spostamenti di risorse da un capitolo all’altro. Ma il problema principale resta sempre lo stesso. La trasparenza. Che nel caso del Pnrr diventa sempre meno. “Ad oggi infatti è impossibile capire in maniera puntuale come sia cambiato dopo la revisione e a che punto siano i lavori”. è la conclusione a cui è arrivata la Fondazione OpenPolis, che con il progetto di monitoraggio civico OpenPnrr, verifica periodicamente lo stato dell’arte sul Recovery Plan.
Dall’ultima revisione del Pnrr non si sa ancora niente delle variazioni apportate. Monitorare l’avanzamento è impossibile
Morale: abbiamo informazioni solo sulle scadenze, ma non sulle misure nuove o modificate né sui relativi importi. “Fino a marzo non avremo dati aggiornati sui progetti finanziati dal Pnrr, alla luce della revisione – si legge nel report -. Persistono le lacune di sempre: non ci sono dati sull’avanzamento dei lavori e della spesa per i progetti e sono sempre meno le informazioni sulle scadenze. Nonostante tutto la commissione europea si è espressa positivamente sull’operato italiano”. Ciononostante le criticità sono tutt’altro che risolte. La nota più dolente riguarda proprio la trasparenza.
“Anzi, da questo punto di vista sono stati fatti dei passi indietro. Nonostante siano passati quasi due mesi dall’approvazione del piano rivisto infatti a oggi mancano all’appello ancora moltissime informazioni. A partire dall’elenco aggiornato di tutte le riforme e degli investimenti previsti e del relativo quadro finanziario. Il rilascio di molte di queste informazioni è legato all’entrata in vigore di un decreto legge che dovrebbe dare attuazione alla revisione del piano. Tale misura era stata anche annunciata dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni durante la conferenza stampa di fine anno ma ancora non è stata emanata. Il perdurare di questa situazione di stallo ha peraltro determinato, da mesi, il mancato aggiornamento di tutte le fonti ufficiali che pubblicavano informazioni sull’avanzamento del piano. Per questo motivo a oggi è impossibile capire esattamente come sia cambiato il Pnrr e a che punto sia”.
A metà gennaio gli impegni previsti per la fine del 2023 sono diminuiti, passando da 69 a 52
Una cosa è comunque certa. Stando al dataset delle scadenze pubblicato a metà gennaio “un primo dato che balza all’occhio è che gli impegni previsti per la fine del 2023 sono diminuiti, passando da 69 a 52. Di conseguenza è diminuito anche l’importo richiesto dall’Italia all’Ue, passando da 18 a 10,6 miliardi”. Ergo, non solo si aggiungono delle nuove scadenze che l’Italia dovrà rispettare ma alcune di quelle già fissate sono state posticipate. “Questo comporterà inevitabilmente uno sforzo importante nei prossimi 3 anni, anche per cercare di recuperare il ritardo accumulato”.
Ma l’aspetto più critico riguarda i dati sui progetti. “Nell’ultimo anno infatti la Ragioneria generale dello Stato aveva iniziato ad aggiornare queste informazioni con cadenza trimestrale. L’ultima pubblicazione risale allo scorso 4 dicembre”. A quella data, però, il nuovo Pnrr non era ancora entrato definitivamente in vigore. I dati più recenti sui progetti (attualmente circa 229mila) non sono quindi allineati al piano modificato. E questo comporta diversi problemi. “Non ultimo quello di capire una volta per tutte che fine faranno gli interventi rientranti nelle 9 misure che il governo ha deciso di definanziare”.
Il rischio quindi è che questo disallineamento tra progetti e nuovo Pnrr si protragga ancora almeno fino a marzo. Sempre ammesso che questo processo non richieda più tempo vista la necessità di aggiornare le misure del piano. “Per tutti questi motivi – prosegue OpenPolis – a oggi è impossibile capire con chiarezza come sia cambiato il Pnrr e a che punto ci troviamo per quanto riguarda lo stato di avanzamento dei lavori”. E non è tutto.
Mancano ancora dati relativi allo stato di avanzamento dei lavori e della spesa
“È dallo scorso aprile infatti, che il governo pubblica trimestralmente su Italia domani, dataset relativi ai progetti finanziati dal Pnrr. Informazioni quali la natura degli interventi, le risorse assegnate e i territori interessati. è un risultato che deriva almeno in parte dalla nostra continua domanda di trasparenza, dati e informazioni, che negli anni si è tradotta anche in due richieste di accesso agli atti (Foia), presentate da noi e altri soggetti della società civile”. Ma i problemi rilevati si inseriscono perfettamente in un quadro che fin dall’avvio del Pnrr presenta lacune in termini di trasparenza. “Per quanto riguarda i progetti, mancano ancora dati relativi allo stato di avanzamento dei lavori e della spesa – conclude il report -. Sono informazioni fondamentali per capire concretamente come stanno procedendo opere e interventi che avranno un impatto sulla vita dei cittadini italiani. E che inoltre dovranno necessariamente concludersi entro il 2026.