La compensazione alla Lega per aver mollato sulla Sardegna non ci sarà. O comunque non sarà la Basilicata. “Tante volte in politica bisogna mediare. Uno chiede 10, poi ottiene 5 o 1 e porta a casa”, ha detto ieri il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo, ragionando sulle regionali. La nostra opinione è che la Lega non porti a casa nulla. “Se il metodo dei rapporti di forza” e “delle percentuali vale per la Sardegna, deve valere per tutte le Regioni”, aveva detto mercoledì il vicesegretario della Lega Andrea Crippa, parlando della Basilicata. Crippa si era fatto portavoce delle istanze del suo leader Matteo Salvini quando, appena pochi giorni fa, aveva chiesto come risarcimento al Carroccio, per aver ceduto sulla Sardegna, la Basilicata.
La compensazione alla Lega per aver mollato sulla Sardegna non ci sarà. O comunque non sarà la Basilicata
“Con i giochi di forza non si va lontano. Mentre col senso di responsabilità e l’attenzione alle competenze e capacità possiamo continuare a vincere”, aveva detto Crippa sostenendo che la ‘mappa’ di Lollobrigida “era sballata” dal momento che “non tiene conto degli abitanti. In altre regioni dove si va al voto la Lega ora potrebbe avere qualcosa. FI ha tante regioni che amministra, anche FdI. Ora noi (con la Sardegna, ndr) abbiamo fatto un gesto di responsabilità verso la coalizione, per tenere il centrodestra unito. Adesso ci aspettiamo che anche gli altri lo abbiano, non mettendo al centro gli interessi dei partiti”. E ancora: “Se FdI ha ceduto la Sicilia, noi la Sardegna, il terzo che salta è Vito Bardi (governatore FI della Basilicata, ndr). Abbiamo un credito”.
Lollobrigida ha difeso la poltrona del governatore della Basilicata uscente scelto da Berlusconi
Ebbene proprio il ministro Francesco Lollobrigida chiamato in causa da Crippa che aveva calcolato – la famosa “mappa” – che la Lega governa “diciassette milioni di italiani. Forza Italia sono tredici milioni e mezzo. Noi otto”, ieri ha stroncato le pretese di compensazione della Lega, facendo asse con Forza Italia che difende con le unghie e con i denti la riconferma di Alberto Cirio in Piemonte e di Vito Bardi in Basilicata. “Ho un ottimo rapporto con il presidente Bardi, non mi sto occupando personalmente di questa vicenda, ma non ho difficoltà a dire che Bardi ha ben governato e per quello che mi riguarda sono convinto che gli elettori della Basilicata premieranno il buon governo della Basilicata”, ha detto il ministro e cognato della premier, rendendo palese l’asse tra Forza Italia e Fratelli d’Italia che schiaccia la Lega. Asse che riceverà ulteriore conferma se dovessero candidarsi alle Europee Giorgia Meloni e Antonio Tajani mentre Salvini ha deciso di ritirarsi dalla corsa.
Alla luce di tutto questo appare bizzarro che il partito di via Bellerio esulti per la norma che ieri ha avuto l’ok nel decreto sull’election day che estende il numero dei mandati dei piccoli Comuni. Tra 5mila e 15mila abitanti si potrà arrivare al terzo mandato, sotto i 5mila viene eliminato il limite. Il ministro leghista Roberto Calderoli ha parlato di “coronamento di un’altra storica battaglia della Lega, nell’interesse dei territori e dei cittadini”. Intestarsi la vittoria per una norma che aveva anche il consenso degli altri due partiti alleati appare dunque stravagante. Quello che interessa al Carroccio è, come ben sappiamo, il terzo mandato per i governatori in modo da blindare Luca Zaia alla guida del Veneto che andrà al voto il prossimo anno. Ma anche in questo caso dovrà vedersela con Forza Italia e Fratelli d’Italia che non hanno nessuna intenzione di concederglielo.