Nulla da fare. Come previsto e annunciato, il Parlamento non tocca palla sul Superbonus. Così non solo non ci sarà la proroga richiesta praticamente da tutte le forze (di maggioranza e di opposizione), ma non si interverrà neanche sul bonus barriere architettoniche, che viene ridimensionato per il 2024.
La commissione Finanze della Camera ha completato l’esame del decreto Salva-spese e ha bocciato tutti gli emendamenti presentati dai deputati. Il testo approderà in Aula, a Montecitorio, nella giornata di lunedì, senza alcuna modifica rispetto a quello approvato in Consiglio dei ministri.
Non solo Superbonus, stretta anche sul bonus barriere architettoniche
Sul Superbonus, quindi, non arriva nessun nuovo intervento. Si chiude così la stagione del 110% e anche del 90%. Negli scorsi giorni tutte le forze parlamentari avevano proposto emendamenti per prorogare il bonus: per esempio Fratelli d’Italia chiedeva una conferma del 110% per chi ha completato almeno il 70% dei lavori entro il 31 dicembre 2023. Ma su pressione del Mef, il primo partito in Parlamento è stato costretto alla retromarcia.
A questo si affianca il ridimensionamento del bonus barriere architettoniche: dal 2024 non si può più applicare agli infissi e al rifacimento dei bagni e si potrà cedere solamente in alcuni casi molto limitati. Sulla misura non è stata approvata alcuna correzione, nonostante gli auspici parlamentari.
Secondo Guerino Testa, relatore del provvedimento ed esponente di Fratelli d’Italia, “un governo che ha come obiettivo prioritario la salvaguardia dei conti pubblici non poteva fare altro che bloccare il Superbonus”. Così anche il Parlamento si è dovuto piegare al volere di Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti.
Protesta il Pd, che lamenta come non siano state ascoltate neanche le richieste relative a casi specifici, come nel caso dell’incendio di un edificio di Colli Aniene a Roma: i condomini colpiti dal rogo non hanno potuto rispettare i tempi e ora perdono il bonus.