Continua la guerra tra la premier Giorgia Meloni e i suoi Fratelli d’Italia contro il quotidiano la Repubblica, controllato da Exor e contro Stellantis, sempre partecipata da Exor, ovvero la holding della famiglia Agnelli. La premier ieri è tornata a scagliarsi contro chi ha fatto scelte “distanti dall’interesse italiano” e ha definito la fusione Fca-Psa una “celata acquisizione francese”. Il tema di Stellantis lo solleva Azione.
La premier contro Stellantis: scelte anti-italiane. Il gruppo replica parlando di miliardi investiti nel Paese. Ma non dice quanti ne ha incassati dallo Stato
“Nel cda c’è un membro del governo francese, non a caso le scelte industriali tengono più in considerazione le istanze francesi rispetto a quelle italiane”, sottolinea Meloni attaccando implicitamente il ceo Carlos Tavares (nella foto con John Elkann) che, all’indomani dell’affondo di lunedì della premier, definiva le critiche della politica ingiuste verso i dipendenti. La leader di FdI, “in tema di rispetto”, nota che “in Francia si produce più che in Italia”, dove “sono andati persi oltre 7mila posti di lavoro”.
E aggiunge: “Se si vuole vendere un’auto nel mondo pubblicizzandola come gioiello italiano, allora deve essere prodotta in Italia”. Stellantis respinge le accuse e parte la gara a chi la spara più grossa tra chi non è riuscito a mantenere la produzione in Italia e il gruppo che sostiene di aver fatto e di continuare a fare la sua parte in Italia. Stellantis ha investito miliardi. E ha dato un “forte contributo” alla bilancia commerciale del Paese, replica l’azienda nata a fine 2019 dalla fusione tra Fca e il gruppo Peugeot. E snocciola numeri. Non solo quelli dei dipendenti, citati dall’ad Tavares perché “colpiti da critiche ingiuste”, ma anche quelli della produzione italiana, che è stata esportata per oltre il 63%.
Nel mirino della Meloni il quotidiano diretto da Maurizio Molinari. “La Repubblica, invece di informarsi e dare notizie, preferisce dedicare il proprio tempo e le proprie energie a cercare di attaccare il governo e Fratelli d’Italia”, si legge nel mattinale ‘Ore 11’ di ieri – di cui dà conto lo stesso quotidiano nella sua versione online – che ogni giorno riassume, a cura di chi guida la comunicazione del partito, i temi principali e la linea da tenere da parte dei parlamentari. Trenta righe in tutto, dal titolo ‘Repubblica per coprire l’interesse dell’editore scopre la guerra con il governo’, la versione del 24 gennaio.
Un testo “aggressivo”, nota l’articolo del quotidiano che riporta ampi stralci del mattinale tra cui quello relativo al confronto sulla cosiddetta legge bavaglio. La battaglia portata avanti da Repubblica contro l’emendamento Costa, che vieta la pubblicazione integrale o per estratto del testo delle ordinanze di custodia cautelare, sarebbe infatti “personale”, secondo FdI. “Anziché occuparsi di attaccare la stampa, come sta facendo in questi giorni con Repubblica a cui va la mia solidarietà, Meloni dovrebbe occuparsi dei temi concreti del Paese”, dice la leader del Pd, Elly Schlein. “L’informazione nei paesi liberali serve sempre i governati e mai i governanti”, dice il dem Sandro Ruotolo.