Roma prova a cambiare passo con una strategia di adattamento climatico. Un piano per mettere in sicurezza il territorio dagli impatti imprevisti entro il 2050. Una strategia adottata dalla giunta guidata da Roberto Gualtieri che, però, sembra dimenticare alcune delle politiche messe in campo dall’amministrazione negli ultimi due anni: dal via libera al termovalorizzatore al rinvio dei varchi elettronici per la Ztl. Insomma, una strategia che vuole essere innovativa, ma che sembra in parte in contraddizione con quanto fatto finora dal Campidoglio.
La giunta Gualtieri sembra dimenticare alcune delle politiche messe in campo dall’Amministrazione negli ultimi due anni
Per il sindaco quello approvato oggi è un documento importante, utile per affrontare la “più grande sfida dei nostri tempi, che colpisce in modo particolare le città e Roma”. Veniamo dall’anno più caldo di sempre e bisogna agire subito: “Le politiche del clima non sono solo difensive, ma una leva per la trasformazione della città”. A Roma, peraltro, la situazione è peggiore che nel resto d’Italia, con un aumento di 1,7 gradi negli ultimi anni, il dato più alto tra i capoluoghi di regione italiani. Inoltre, nella Capitale ci sono 400mila persone che vivono in aree a rischio idrogeologico, con 145mila a rischio esondazioni.
La Capitale è la prima città italiana a dotarsi di una strategia di adattamento climatico: il piano, alla cui elaborazione hanno partecipato anche ricercatori coordinati dal direttore dell’Ufficio clima di Roma Capitale, Edoardo Zanchini, è stato presentato ieri in Campidoglio. Sulla proposta si aprirà una consultazione pubblica con sette appuntamenti, tra conferenze e workshop tematici, oltre che tavoli con soggetti interessati e istituzioni. Il processo sarà aperto anche ai cittadini e proseguirà fino al 30 aprile, prima di approvare in Assemblea capitolina. Due sono gli obiettivi principali del piano: la mitigazione (per ridurre le emissioni) e l’adattamento (agli impatti già in corso).
L’Aula Giulio Cesare ha approvato il piano clima per ridurre le emissioni di Co2
Sul primo punto, a novembre l’Aula Giulio Cesare ha approvato il piano clima per ridurre le emissioni di Co2: l’obiettivo è di tagliarle del 66,3% entro il 2030. Per quanto riguarda l’adattamento è stato invece presentato un documento a cui hanno contribuito 70 ricercatori di diversi enti, nel quale viene fatto un quadro dei rischi per la città, individuando le priorità di intervento e i finanziamenti necessari. Le criticità su cui concentrarsi in via prioritaria sono quattro: la maggiore intensità e frequenza di piogge e alluvioni, la sicurezza degli approvvigionamenti idrici in periodi di siccità, la crescita delle temperature e delle ondate di calore e l’intensificarsi di impatti sul litorale.
Tre, invece, sono le principali linee di intervento: le misure di prevenzione, allerta e protezione civile; il monitoraggio, studio e approfondimento; le misure per rafforzare la resilienza rispetto alle priorità, con 25 misure specifiche. Alcuni interventi, come quello relativo alla rete idrica e alla riduzione delle perdite, sono già partiti. Secondo il piano servono interventi per 840 milioni di euro per mettere in sicurezza la città dalle alluvioni. Come sottolinea il Campidoglio, inoltre, Roma è stata selezionata dalla Commissione Ue per il programma di supporto alle Pa (Tsi-Technical Support Instrument) sul contrasto delle isole di calore urbane, usufruendo di un supporto finanziario: è la prima città in Europa ad accedere a questo sostegno.
Per il Movimento 5 stelle la strategia del sindaco Gualtieri non è credibile: “È lo stesso che vuole costruire l’inceneritore”
Tutti ottimi propositi, con un piano che punta a mitigare l’impatto del cambiamento climatico e a occuparsi davvero, finalmente, della questione ambientale. Eppure la strategia del Campidoglio non sembra del tutto coerente con alcune delle iniziative messe finora in campo dall’amministrazione Gualtieri, a partire dalla decisione di puntare sul termovalorizzatore come strumento principe per la gestione dei rifiuti nella Capitale. Proprio questo punto viene ritenuto contraddittorio dal Movimento 5 Stelle, come evidenziano in una nota il vicepresidente della commissione capitolina Ambiente, Daniele Diaco, e la capogruppo pentastellata in Aula Giulio Cesare, Linda Meleo: “Oggi il sindaco e l’assessora all’Ambiente presentano una strategia di adattamento climatico per Roma Capitale. Una domanda sorge spontanea: ma queste sono le stesse persone che vogliono costruire l’inceneritore, un ecomostro all’antitesi di qualunque piano sul clima? Pare proprio di sì!”.
Non solo, perché i due consiglieri d’opposizione criticano anche il fatto che questa presentazione sarebbe dovuta essere “partecipata e condivisa con i cittadini” e invece “sono stati esclusi dal dibattito i comitati che da anni lottano per difendere tante aree verdi della nostra città, da Aguzzano alla Cervelletta, dal Parco delle Energie all’Aniene, al coordinamento Sì al parco Sì all’Ospedale No allo Stadio e al comitato Pratone di Torre Spaccata”. Insomma, per Diaco e Meleo “il piano clima di questa amministrazione non parte con i migliori auspici: forse sarebbe il caso di scendere dalle passerelle e dialogare di più con chi il territorio lo conosce davvero”.