A Roma si è riunito un consiglio di amministrazione senza il suo presidente e senza la consigliera del socio di maggioranza per decidere di nominare un direttore. In qualsiasi campo, in qualsiasi azienda, una riunione carbonara con il favore delle tenebre convocata per nominare un direttore generale sarebbe una schifezza. Che a farlo siano le pubbliche istituzioni e un governo ossessionato dall’occupazione militare dei luoghi culturali del Paese è perfino preoccupante.
La nomina del nuovo direttore generale del Teatro di Roma, commissariato nel novembre 2021, ha fatto insorgere il Campidoglio
Con queste modalità è stato nominato il nuovo direttore generale del Teatro di Roma, commissariato nel novembre 2021. La scelta ha fatto insorgere il Campidoglio, che contesta la mossa dei consiglieri di amministrazione nominati due mesi fa dal ministero della Cultura e dalla Regione Lazio, entrambi guidati dalla destra. Per il sindaco Roberto Gualtieri si tratta di un “inquietante segnale”, mentre l’assessore comunale alla Cultura, Miguel Gotor, definisce senza mezzi termini la riunione come “un incontro abusivo”.
Il Cda della Fondazione – che amministra l’Argentina, il Torlonia, l’India e a breve anche il Valle – si è riunito sabato mattina, senza che ci fossero il presidente Francesco Siciliano e la consigliera del Comune di Roma Natalia di Iorio. Il Comune di Roma contribuisce alla Fondazione con 6 milioni e mezzo di euro mentre la Regione Lazio con 1,1 milioni di euro. Quelli che governano però evidentemente si sentono protetti dal potere. Quindi non contano le proporzioni, non contano i numeri, conta solo accumulare posti oltre al potere.