“Da oggi ricopro una nuova posizione lavorativa: Direttore Generale delle politiche attive per il lavoro presso il ministero del Lavoro e delle politiche sociali!”. A dare la “lieta” novella pochi giorni fa è stato lui stesso, Massimo Temussi, il manager passato da essere uno degli uomini più fidati del governatore sardo, Christian Solinas, a braccio destro del ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone.
Da Solinas alla Calderone
Un manager affidabile, che sotto Solinas prima e Calderone poi, sta facendo una carriera folgorante. Ma anche un manager sul quale grava più di un’inchiesta penale. La prima risale ai tempi di Solinas: il pm cagliaritano Andrea Vacca nel luglio scorso ha chiesto il rinvio a giudizio di entrambi (Solinas e Temussi) per alcune nomine fatte in Regione. Le accuse vanno a vario titolo dalla corruzione, all’abuso d’ufficio, passando per il falso e l’induzione indebita.
Per i magistrati Temussi avrebbe scelto commissari di gara “amici”, trasmesso i desiderata di Solinas ad assessori e dg regionali “al fine di condizionare (e turbare) il procedimento di scelta del contraente” e sarebbe arrivato a ordinare ad assessori di manipolare i testi di delibere già approvate e pubblicate. Ma Temussi è stato coinvolto anche in una seconda grande inchiesta nell’Isola, quella della Dda su una presunta associazione a delinquere (l’aggravante mafiosa, pur contestata, è stata esclusa dal Riesame), che ha portato agli arresti di 31 persone, tra le quali anche l’ex assessora all’Agricoltura della Regione Sardegna, Gabriella Murgia.
A inguaiare Temussi, per gli inquirenti, i suoi legami con il medico Tomaso Gerolamo Cocco, ritenuto uno dei cervelli dell’organizzazione, al quale avrebbe fatto avere una promozione e una struttura sanitaria tutta sua. Anche qui, i reati ipotizzati sono di abuso d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio. “Incidenti” che non hanno mai incrinato la fiducia del ministro nel suo uomo, tanto che prima lo ha nominato consulente personale il 19 gennaio 2023 (146.070 euro l’anno); poi a marzo, lo ha promosso alla presidenza della società in house Anpal Servizi, organismo di diritto pubblico vigilato dal Ministero del Lavoro (compenso lievitato a 184mila euro l’anno). Ora il nuovo upgrade a DG.