Mar Rosso, i 5 Stelle incalzano il governo: “Non partecipi alla missione militare Usa”

I 5 Stelle chiedono al governo di supportare le navi commerciali del Mar Rosso, ma di evitare ogni operazione militare al seguito degli Usa.

Mar Rosso, i 5 Stelle incalzano il governo: “Non partecipi alla missione militare Usa”

Le rassicurazioni del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, non bastano. L’Italia, ha assicurato il vicepresidente del Consiglio, non partecipa agli attacchi statunitensi nel Mar Rosso contro gli Houthi, ma punta a una risposta congiunta europea. Il problema è in quali forme questa risposta possa arrivare.

Timori che vengono esplicitati dal Movimento 5 Stelle, secondo cui è sì giusto scortare le navi commerciali italiane, per evitare un percorso molto più lungo, ma è importante evitare ogni coinvolgimento nell’operazione statunitense che, insieme alla Gran Bretagna, ha portato ad alcuni attacchi negli scorsi giorni. Quella dei pentastellati è la posizione più netta su quanto sta avvenendo nel Mar Rosso nel Parlamento italiano, diversa da quella di chi – tra cui anche il Pd – sembra preferire temporeggiare e aspettare una decisione europea.

Mar Rosso, si decide a Bruxelles

Tajani ha spiegato nelle scorse ore che l’Italia è “promotrice della nuova iniziativa sul Mar Rosso”, di cui parlerà lunedì in occasione del Consiglio Ue Affari esteri. L’idea del vicepresidente del Consiglio è quella di una “missione militare con partecipazione di Paesi non Ue”, come la Norvegia. Per Tajani serve una “difesa forte, vigile e armata” delle navi nel Mar Rosso. Con uno scopo ben preciso: “Non andiamo là per fare bella presenza”.

Lunedì la discussione, pur non essendo attualmente all’ordine del giorno, dovrebbe approdare al Consiglio Affari esteri quando si parlerà di Medio Oriente. In ogni caso non è lunedì la giornata decisiva, essendo ancora in corso le interlocuzioni tra gli Stati membri. Il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, intanto ha spiegato che l’esecutivo comunitario “sta misurando l’impatto economico” della tensione nel Mar Rosso: verrà presentato un report sul punto a fine febbraio. 

Sull’attenti

Per il momento, dunque, regna la confusione. A livello europeo una decisione non è stata presa e anche il governo italiano sembra non sapere cosa fare, in attesa di una discussione più avanzata a livello comunitario. Per il momento la missione di Roma ha lo scopo di scortare le navi commerciali italiane e non sembra che si accodi agli attacchi Usa contro gli Houthi.

Ma il timore è che la situazione possa cambiare, così il Movimento 5 Stelle attende l’informativa del governo in Parlamento proprio per capire meglio i contorni della “partecipazione dell’Italia alla nuova missione militare europea nel Mar Rosso”. Il problema, ovviamente, c’è e va affrontato, come sottolineano i parlamentari pentastellati nelle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato: “Il crollo del traffico commerciale nei nostri porti e il rischio di una nuova insostenibile ondata di rincari a causa dell’allungamento delle rotte attorno all’Africa, ci dicono chiaramente che in quelle acque è a rischio il nostro interesse nazionale”.

Il punto, però, va oltre la missione a protezione delle nave commerciali. Su questo fronte non ci sono dubbi: come è già avvenuto in passato per altre missioni di protezione navale, è giusto portare avanti una nuova missione a difesa delle navi mercantili secondo il Movimento 5 Stelle. Ma, perché c’è un ma, questo deve avvenire “a patto che il mandato sia chiaro ed escluda ogni possibile coinvolgimento nell’operazione ‘Prosperity Guardian’ a guida americana”.

Il concetto è semplice: è giusto proteggere le navi commerciali, ma questo non vuol dire fomentare un altro conflitto, in un’epoca in cui le guerre non si fermano e, anzi, sono sempre di più. Di fatto, secondo i parlamentari del Movimento 5 Stelle, “al di là di questa misura di protezione”, è necessario ripristinare la sicurezza dei commerci nel Mar Rosso non con nuovi attacchi e scontri, ma “riportando la pace in Medio Oriente e fermando l’escalation che sta infiammando l’intera regione”.

Da qui la richiesta al governo guidato da Giorgia Meloni di “abbandonare la linea pilatesca fin qui tenuta all’Onu e di farsi promotore, insieme ai partner europei, di una forte azione diplomatica per arrivare a un cessate il fuoco immediato e duraturo a Gaza e a una conferenza di pace”. La soluzione, quindi, deve essere diplomatica e partire da Gaza e non dal Mar Rosso, in cui la situazione è ritenuta una conseguenza di quanto sta avvenendo nella Striscia con gli attacchi israeliani dopo gli attentati di Hamas del 7 ottobre. I 5 Stelle chiedono al governo un chiaro segnale, ma per il momento la loro posizione sembra abbastanza isolata in Parlamento.