La triste parabola di Emanuele Pozzolo, deputato di Fratelli d’Italia che nel giro di pochi giorni dal trono è finito nella polvere. Parte tutto dalla festa di capodanno in quel di Rosazza, dove il nostro prode arriva molto allegro – lo dicono i presenti – e con una pistola da borsetta in tasca da fare vedere agli amici.
La triste parabola di Emanuele Pozzolo, deputato di Fratelli d’Italia che nel giro di pochi giorni dal trono è finito nella polvere
Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove in quel preciso istante racconta di essere uscito a buttare l’immondizia del fine cenone mentre il compagno di partito (ora sospeso) Pozzolo bighellonava con il suo giocattolo che era un’arma. A farne le spese è un trentunenne che si becca una pallottola addosso. Niente di grave, per sua fortuna, anche se iniziare l’anno con uno sparo addosso non deve essere stata una bella sensazione. Ovvia la preoccupazione dei presenti, in una sala piena di persone e di bambini.
Il deputato Pozzolo dice di non essere stato lui a sparare. Lo dice convinto ai giornalisti e – soprattutto – ai carabinieri che gli chiedono spiegazioni. Quindi chi ha sparato? Non ce lo dice. Qualche giorno fa però aveva promesso di “raccontare tutto ai magistrati”. E invece ci ha ripensato. Convocato alla Procura di Biella Pozzolo è rimasto in silenzio davanti alla procuratrice Teresa Angela Camelio. Dicono i bene informati che sia una “strategia difensiva” quella di contraddire la promessa fatta ai cittadini pochi giorni fa. Sarà.
Di certo Pozzolo sta aspettando i risultati balistici e si è visto ritirare il porto d’armi della prefettura di Biella per non avere “adottato tutte le cautele necessarie ad evitare fatti anche accidentali e sinistri involontari”. Forse Pozzolo prima di parlare aspetta che l’arma confessi di avere sparato da sola.