Duecentotrentanove (239) giorni dopo la passeggiata nel fango di Giorgia Meloni nel territorio devastato dall’alluvione tra Forlì e Faenza la presidente del Consiglio ritorna a Bologna e a Forlì per provare a fare il punto sui soldi che gli alluvionati continuano ad aspettare. Alle 9.45 la presidente del Consiglio è attesa in Regione, con il presidente emiliano-romagnolo Stefano Bonaccini e il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, per la firma del nuovo accordo sul Fondo sviluppo e coesione (Fsc) 2021-2027, che garantisce investimenti per quasi 600 milioni in Emilia-Romagna.
Fuori in contemporanea è annunciato un presidio ambientalista contro l’accordo sulla Campogalliano-Sassuolo e Cispadana. È però in Romagna l’appuntamento più atteso e anche simbolico della giornata. Meloni sarà a Forlì, tra i centri colpiti dalle alluvioni dello scorso maggio, per una visita insieme alla presidente della Commissione Ue, Ursula Von Der Leyen. Tornano insieme sui luoghi che furono devastati dopo la visita che fecero il 25 maggio, con la Romagna ancora in ginocchio e sotto il fango.
Non saranno applausi. Fuori, in piazza Saffi, è preannunciato dalle 12 un sit-in di protesta degli alluvionati che “non si arrendono”, associazioni e comitati fra cui anche Anpi, Cgil, Legambiente, che giudicano “assolutamente insufficienti, gravemente tardive ed estremamente farraginose le poche risposte giunte finora ai bisogni urgenti delle terre alluvionate”. Bonaccini ha annunciato che verrà firmato l’accordo “per ricevere poco meno di 600 milioni di euro che sono i cosiddetti fondi sviluppo-coesione, fondi europei che spettano alle regioni per fare investimenti su diverse opere, dalle infrastrutture a bandi per progetti di rigenerazione urbana, per impiantistica sportiva, culturale, in un momento in cui l’andamento dell’economia non è proprio felice”. L’esponente del Pd ha ricordato che i rimborsi agli alluvionati “erano stati stimati a poco più di 4 miliardi per danni, metà per le imprese e metà per le famiglie: lì siamo lontani da ciò che serve e servirà” ma – ha aggiunto Bonaccini – “voglio sperare che quello che è stato promesso venga mantenuto. Non ci sposteremo di un millimetro finché, come per il terremoto, il 100% dei danni di cittadini, imprese e Comuni non venga rimborsato”.
Alluvione Romagna, la riunione (senza Meloni)
Ieri intanto si è tenuta una riunione tra il ministro per gli Affari europei, il Sud le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, il ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, il Commissario straordinario Francesco Figliuolo e il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini per fare il punto sulla ricostruzione in Emilia-Romagna. Nel corso della riunione – si legge in una nota – sono stati affrontati i temi relativi alla nuova misura Pnrr che ha stanziato 1,2 miliardi di euro aggiuntivi per interventi di difesa idraulica, di ripristino della viabilità delle infrastrutture stradali, del patrimonio edilizio residenziale pubblico e delle strutture sanitarie e sociosanitarie di proprietà pubblica nonché delle infrastrutture sportive e delle reti energetiche.
La nuova misura prevede scadenze precise: entro settembre 2024 occorre selezionare gli interventi mediante ordinanze del Commissario straordinario. Tutti gli appalti dovranno essere aggiudicati entro il 30 giugno 2025. Entro giugno 2026 sarà necessario completare il 90% degli interventi. Una parte dei soldi che dal governo davano per “già dati” all’Emilia Romagna per la ricostruzione è stata ufficializzata a 24 ore dalla nuova sfilata di Meloni e Von Der Leyen. I romagnoli si augurano che a breve sia programmata la prossima.