Comincia con una gaffe l’era di Gabriele Fava all’Inps. Ieri l’avvocato, designato dal governo Meloni alla presidenza dell’Istituto di previdenza dopo la cacciata di Pasquale Tridico e il successivo commissariamento, si è presentato in audizione davanti ai senatori della commissione Affari sociali (oggi pomeriggio è previsto il bis in XI commissione a Montecitorio).
Il nuovo corso Inps inizia con una gaffe
Un’ora e poco più in cui, fra le altre cose, Fava ha manifestato l’intenzione di trasformare l’Inps in un “hub” del welfare, “una struttura che si ponga come interfaccia con i cittadini in tutte le prestazioni sociali e previdenziali, anche grazie alle opportunità del digitale”. Fin qui tutto bene. Ma quando il presidente in pectore ha parlato di politiche attive è scivolato su una buccia di banana. “Il sistema ‘Siisl’ (la piattaforma creata per gli ex percettori “occupabili” del Reddito di cittadinanza, ndr) tramite il pieno sviluppo dell’interoperabilità di tutte le piattaforme digitali dei soggetti accreditati al sistema sociale e del lavoro – ha scandito Fava -, potrà garantire un reale ‘mismatch’ (ovvero il disequilibrio, ndr) tra domanda ed offerta di lavoro”.
Ad accorgersi dell’errore marchiano è stata la senatrice del M5S Elisa Pirro, che, prendendo la parola, ha risposto a Fava con tagliente ironia: “Siamo a conoscenza del fatto che la piattaforma della ministra Calderone non funziona, ora lo certifica anche lei. Bene, anzi male!”. Se il buongiorno si vede dal mattino…