È inarrestabile l’occupazione militare dei luoghi di cultura da parte del governo. Ieri abbiamo saputo che il ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano ha messo nel mirino, dopo il blitz del governo al Centro sperimentale di Cinematografia, l’Accademia del Cinema italiano che si occupa dell’assegnazione dei prestigiosi premi del David di Donatello.
Secondo Repubblica la settimana scorsa il capo della direzione cinema e audiovisivo al MiC Nicola Borrelli ha inviato una lettera all’attuale presidente, ed ex direttrice di Ciak, Piera Detassis, chiedendo di inserire all’ordine del giorno una modifica allo statuto che includerebbe nel direttivo anche “il ministro della cultura o un suo delegato”. Come ha fatto giustamente notare il responsabile informazione e cultura del Pd Sandro Ruotolo parlando con l’Ansa il ministro dopo avere collezionato una magra figura alla premiazione di libri che non aveva letto ora ha intenzione di occupare il cinema italiano con l’ossessione di un’egemonia culturale che vede sinistra dappertutto.
Mancano solo le recite d’asilo di fine anno. La sostituzione culturale per i componenti del governo Meloni è una priorità, con il solito schema della distruzione dell’esistente come primaria soddisfazione del proprio elettorato. Anche in questo caso potremo toccare con mano lo spessore dell’egemonia culturale nell’era Meloni: nell’attuale direttivo di fianco a Detassis, Valeria Golino, Edoardo De Angelis, Francesca Cima, Francesco Giambrone, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Domenico Dinoia e Francesco Ranieri Martinotti si siederà Sangiuliano o la sottosegretaria Lucia Borgonzoni.