La controffensiva ucraina è fallita e le sanzioni pare abbiano fatto più male a noi che alla Russia. Alla fine l’Occidente cosa ha ottenuto con questa guerra per procura e centinaia di migliaia di morti?
Lucilla Benarroti
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Gentile lettrice, non ha ottenuto nulla. Spingendo Zelensky a chiedere per l’Ucraina l’adesione alla Nato, lo Zio Sam ha provocato la guerra come atto di difesa della Russia contro una reale minaccia ai suoi confini: reale perché la Nato non è Babbo Natale, è la più potente e aggressiva macchina militare di tutti i tempi. Gli americani, è ovvio, sapevano fin dal primo giorno che l’Ucraina non avrebbe potuto vincere, ma il loro obiettivo era un altro: dissanguare la Russia spossandola fino all’ultimo ucraino, cosa che chiamavano “sconfitta strategica” di Mosca. Ebbene, non l’hanno ottenuta. Al contrario, oggi la Russia è più forte di prima: ha retto l’urto delle sanzioni; ha rafforzato in misura significativa l’apparato militare e industriale; ha sostituito le multinazionali in fuga con aziende autoctone che hanno dato grande vitalità all’economia; ha allargato la sua influenza nel mondo divenendo l’idolo di mezza America latina e mezza Africa, compreso il Medio Oriente; e infine ha attutito ogni contraccolpo per la popolazione, che non si accorge neppure di essere in guerra: la vita in Russia, per la gente comune, procede normalmente. Il previsto dissenso sociale non c’è stato, anzi: la popolarità di Putin è ai massimi, oltre l’80%. Lo zar si avvia alle elezioni del 17 marzo con la sicurezza di un rinnovo plebiscitario del suo mandato. Insomma, fiasco totale per l’Occidente.
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