Da quel che mi dicono gli amici che vivono a Londra, la gente lì non se la passa molto bene sul piano economico. Sarà colpa della Brexit?
Ivano Delleri
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Gentile lettore, la crisi investe tutto il Regno Unito, dal Sud storicamente prospero alle meno floride città del nord e della Scozia. Soffre molto anche la scintillante Londra. L’altro giorno il sindaco Sadiq Khan ha descritto in cifre il declino e lo ha attribuito alla Brexit. Secondo uno studio da lui commissionato alla Cambridge Econometrics, dal 2019 ad oggi l’economia di Londra si è contratta di 30 miliardi di sterline e quella dell’intero Uk di 160 miliardi. Il reddito medio dei britannici è diminuito di 2.000 sterline l’anno (2.300 euro) e quello dei londinesi di 3.400 (quasi 4.000 euro). Il Paese ha perso 1,8 milioni di posti di lavoro, in gran parte nell’edilizia e nei servizi finanziari (perché molti stranieri non ritengono utile investire in un’economia slegata dall’Europa). Il costo della vita è salito alle stelle, specie per i generi alimentari. Si contano 4,3 milioni di bambini malnutriti o denutriti, pari al 22% della popolazione infantile (erano il 15% nel 2019). Alla mancanza di pasti adeguati si fa risalire un fenomeno inatteso: la statura media dei bambini è di fatto bloccata da quattro anni, mentre nella gran parte del mondo l’altezza degli individui sale. Prima del 2019 l’economia viaggiava intorno al 4% di crescita, la più alta d’Europa: adesso è vicinissima allo zero. In due parole, il Regno ha fame e non ci sono neanche le brioches che Maria Antonietta invocava per i parigini il giorno prima della rivoluzione francese.
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