Divieto, anche per deputati e senatori, di percepire somme di denaro superiori a 5mila euro da governi o enti pubblici stranieri. È il nocciolo della proposta di legge targata Cinque Stelle in tema di conflitto d’interessi presentata ieri, insieme allo stato maggiore del Movimento, da Giuseppe Conte. “La politica deve separarsi dagli affari. Ci accusano di essere giustizialisti ma noi siamo garantisti – ha detto l’ex premier -. La Costituzione ci impone di tenere alto il prestigio delle istituzioni”. Riferimento neppure tanto velato al leader di Italia Viva, Matteo Renzi, al quale Conte non le manda certo a dire.
Attacco frontale sul conflitto d’interessi
“Non vogliamo tornare all’epoca delle monetine tirate ai politici. E siamo molto preoccupati. Vogliamo tornare a tenere alta la questione morale – prosegue il leader M5S -. Altrimenti i cittadini continueranno ad allontanarsi dalla politica che verrà percepita come qualcosa che si auto-protegge. Siamo tornati ad un clima di restaurazione. Vediamo politici che fanno affari anche con Paesi esteri e attività di lobby… Ogni giorno che passa così indebolisce la politica”. Poi la stoccata all’ex sindaco di Firenze: “Renzi è persona particolarmente astuta ed è l’emblema di questo intreccio tra affari e politica che stiamo denunciando, e lui agisce per un proprio tornaconto – ha infilato il dito nella piaga Conte -. Il problema è la nostra incapacità di reazione a questo modo di fare. Sappiamo tutti che da tempo Renzi facesse affari. Solo qualche allocco poteva credere che si trattasse di consulenze in giro per il mondo”.
Dall’inchiesta del Fatto Quotidiano “è uscito fuori tutto questo e anche dell’attività del suo sodale Carrai… ma possiamo consentire che un parlamentare prenda soldi da società pubbliche legate a paesi stranieri? O da fondi sovrani? Io vorrei fare un confronto tv con lui sulle norme per impedire questo malaffare! Ma di cos’altro devo parlare con Renzi, di affari? Tutto quello che abbiamo fatto durante la pandemia lo abbiamo deciso anche con la delegazione di Italia Viva. E ora lui mi viene a contestare una missione russa, che ho spiegato per filo e per segno anche al Copasir, dopo gli affari che fa lui all’estero?”.
La proposta
Ma cosa prevede, nello specifico, la proposta del Movimento 5 Stelle? “L’Italia oggi non ha una legge sul conflitto di interessi, ma una legge che ne tratta alla lontana e che venne valutata dalla commissione di Venezia del Consiglio di Europa, già nel 2004, come inefficace”, ha spiegato la vicepresidente del gruppo M5S a Palazzo Madama, Mariolina Castellone. “Da allora nessuna soluzione è stata trovata – ha aggiunto la senatrice pentastellata -. La nostra legge parte da un principio che deve essere condiviso, e che certamente è condiviso dai patrioti che stanno al governo”: ricoprire “cariche pubbliche e di governo” è incompatibile con qualsiasi “attività patrimoniale nel caso in cui si partecipi per più del 2 per cento al capitale sociale di imprese che svolgono attività in regime di autorizzazione o con concessione rilasciata dallo Stato, dalle Regioni o dagli Enti locali”. E per chi sgarra la sanzione non può che essere la decadenza dallo scranno parlamentare.