Roma, 11 gen. (askanews) – Una mappa marmorea originale della Roma Antica presentata in modo da essere perfettamente leggibile e una sorprendente collezione di materiali epigrafici e architettonici. È quanto si potrà vedere con l’apertura al pubblico dal 12 gennaio del Parco Archeologico del Celio e del nuovo Museo della Forma Urbis, allestito al suo interno.Parco e Museo sono parte di un vasto progetto di valorizzazione dell’intera area del Celio, inquadrata in seno al più ampio programma di riqualificazione del Centro Archeologico Monumentale (CArMe) voluto da Roma Capitale.Il Parco Archeologico del Celio occupa il settore settentrionale del colle, un’area verde orientata verso il Colosseo e all’interno della quale sussistono importanti testimonianze archeologiche, come le fondazioni perimetrali del tempio del Divo Claudio. Grazie al recupero degli edifici presenti nell’area, la Casina del Salvi e l’ex Palestra della Gil, e alla sistemazione del contiguo giardino archeologico, in cui sono stati organizzati per nuclei tematici una grande quantità di materiali epigrafici e architettonici di grandi dimensioni delle collezioni dell’ex Antiquarium Comunale, provenienti dagli scavi di Roma di fine Ottocento, i visitatori avranno una nuova opportunità per approfondire la conoscenza della Roma antica.Il sovrintendente capitolino ai Beni Culturali, Claudio Parisi Presicce. “Siamo nel Parco archeologico del Celio, un quadrante della città antica che funge da cerniera tra l’area monumentale dei Fori Imperiali del Colosseo e la Via Appia. Un punto nevralgico per la storia antica, che conteneva il tempio del Divo Claudio, uno degli imperatori più importanti della dinastia, che ha riformato la città”.All’interno del Parco è allestito il nuovo Museo della Forma Urbis, che custodisce i frammenti rimasti della celebre Forma Urbis Romae, la gigantesca pianta marmorea della Roma antica incisa nel terzo secolo d.C. Si tratta di una delle più rare e importanti testimonianze della città antica che i visitatori torneranno ad ammirare dopo quasi un secolo.Il sovrintendente Claudio Parisi Presicce. “In questo luogo abbiamo voluto esporre per la prima volta in cento anni i frammenti della pianta marmorea realizzata all’epoca di Settimio Severo che ci documentano la città di Roma antica nel suo massimo sviluppo”.
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