Se le danno di santa ragione Flavio Briatore e il Verde Angelo Bonelli. Il deputato attacca il titolare del Twiga per “l’aiutino” avuto dal governo per le concessioni delle spiagge su cui sorge il suo stabilimento balneare in Versilia. Per Bonelli il taglio del canone della concessione demaniale marittima “voluto da Salvini è uno schiaffo all’Italia. Il Twiga di Briatore e Santanchè paga ogni anno allo Stato una cifra ridicola come canone, di 20 mila euro, a fronte di un fatturato di quasi 10 milioni. Il governo Meloni vuole privatizzare e cementificare le ultime spiagge libere e tutelare i privilegi di quegli stabilimenti balneari, compresi quelli di Briatore e Santanchè”.
Concessioni balneari, lo scontro tra Briatore e Bonelli
Con un videomessaggio, Briatore invita i suoi follower a non votare Bonelli. “Questa gente non serve a niente, sono 150mila euro all’anno circa di stipendio pagato dagli italiani, letteralmente buttati via, sono rami verdi, nemmeno buoni per fare il fuoco. Hanno un corto circuito nella testa, sono dei disfattisti che ci vorrebbero tutti rovinati, sono degli scappati di casa”, spiega sottolineando che “persone come Bonelli non hanno mai lavorato, non sanno cosa vuol dire un colloquio, non sanno cosa vuol dire fare un training alle persone”.
E poi l’appello: “Venga a lavorare tre mesi con noi. Allora sì che si renderà conto di cosa vuol dire lavorare”. Bonelli replica: “Accetto la proposta di Briatore di lavorare al Twiga compatibilmente con i miei impegni parlamentari. Ma accetto ad una condizione, quella che lui riporti la sua residenza da Montecarlo in Italia così potrà pagare le tasse nella Nazione dove è nato”.