Fare il saluto romano non è sempre un reato, secondo il presidente del Senato, Ignazio La Russa. La sua posizione dopo i saluti romani alla commemorazione delle vittime di Acca Larentia non aiuta di certo a prendere le distanze da quanto avvenuto a Roma in occasione della celebrazione del 7 gennaio.
Secondo il presidente del Senato, che parla in un doppio colloquio con la Repubblica e il Corriere della Sera, finora “ci sono state sentenze contrastanti sul fatto che il saluto romano in occasione di celebrazioni di persone decedute sia reato oppure no: per alcune sentenze della Cassazione non era reato, per altre invece sì”.
Per La Russa il saluto romano può non essere reato
Secondo La Russa, quindi, è importante che “si faccia chiarezza dal punto di vista giuridico, ce n’è bisogno. Una cosa è l’apologia di fascismo, una cosa è la ricostituzione del partito fascista, un’altra è la commemorazione di deceduti”. Di certo la sua posizione è ben lontana da una condanna di quanto successo durante la commemorazione.
Per il presidente del Senato affrontare in questo modo la vicenda “non aiuta a risolvere la questione, e le polemiche che ogni volta si scatenano, il fatto che ci sia incertezza su come considerare certi gesti in caso di commemorazione di persone defunte. Attendo con interesse la prevista riunione a sezioni riunite della Cassazione proprio su questo punto”.
Il presidente del Senato: Fdi non c’entra nulla
In ogni caso La Russa si dice d’accordo con Fabio Rampelli, esponente di Fratelli d’Italia, “quando dice che Fdi è totalmente estranea all’episodio dei saluti romani”. Il partito “non ha alcun ruolo o responsabilità in quello che è successo: abbiamo sempre detto ai nostri di non partecipare a certe manifestazioni, che vengono inevitabilmente strumentalizzate da chi vuole attaccarci. Non c’entriamo nulla, non c’entra il partito”.