Lo Stato venne a sapere della morte di Aldo Moro ore prima della telefonata con cui le Brigate Rosse annunciavano la presenza del cadavere nel baule della Renault 4 rosso che era stata posteggiata in via Caetani. A rivelarlo, in una lunga inchiesta di Report, firmata da Paolo Mondani, che andrà in onda questa sera (20.50 Rai3), è Claudio Signorile, allora numero due del Partito Socialista.
L’ex numero due del Psi Signorile rivela a Report che Cossiga venne a sapere della morte di Moro prima del ritrovamento del suo corpo
Intervistato dalla trasmissione televisiva condotta da Sigfrido Ranucci, Signorile ricorda quanto avvenuto la mattina del 9 maggio 1978, il giorno in cui venne ritrovato il corpo del presidente della Dc, quando si trovava nella stanza di Cossiga.
“Si accende il cicalino e dal cicalino la voce – racconta Signorile – Due messaggi. Il primo: la macchina rossa eccetera dentro, poi il secondo dopo qualche minuto: la nota personalità, linguaggio burocratico del ministero degli Interni, per personalità si tratta eccetera, eccetera a quel punto mi dice mi devo dimettere e io dico, fai bene. Ci abbracciamo”.
Ritorna la pista sul coinvolgimento dei servizi segreti inglesi
Il giornalista fa presente che quella telefonata arrivò di prima mattina, intorno alle 9.30, mentre quella delle Br arrivò solo alle 12,15. Dunque Cossiga, allora ministro dell’Interno, avrebbe saputo della morte di Moro ore prima del ritrovamento ufficiale.
Nella puntata di questa sera, Report manderà in onda anche altre interviste e testimonianze sui 55 giorni del sequestro Moro, in cui si ipotizza anche il coinvolgimento nel caso dei servizi segreti inglesi. Nel corso della puntata si parlerà anche del presunto ruolo dell’ex Segretario di Stato Usa, Henry Kissinger, nell’ostacolare l’apertura al Pci.
Il racconto dell’ex brigatista Casimirri all’agente del Sisde: “Moro sarebbe stato comunque condannato a morte”
E ancora: nel 1993 l’agente del Sisde Carlo Parolisi riesce a rintracciare il brigatista Alessio Casimirri, tuttora latitante in Nicaragua, il quale racconta che “l’impressione che aveva tratto era che Moro sarebbe stato comunque condannato a morte”.