Una vera e propria bomba ad orologeria. Al centro la Sardegna. E poi da una parte Fratelli d’Italia, dall’altra la Lega. Comincia nel peggiore dei modi l’interlocuzione tra i due maggiori partiti di centrodestra in vista sia delle regionali che delle europee. Tutto nasce perché Giorgia Meloni vorrebbe mettere da parte il presidente uscente Christian Solinas, leader del Partito sardo d’azione e alleato strettissimo della Lega di Matteo Salvini, e candidare il sindaco di Cagliari e suo uomo di fiducia, Paolo Truzzu.
La premier Meloni vuole candidare alle regionali in Sardegna il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu
Una manovra che in realtàla Meloni aveva già tentato in passato senza però riuscirci. Erano però altri tempi: il Carroccio valeva molto di più e la stessa Meloni non sedeva a Palazzo Chigi. Giovedì il vertice tra le forze del centrodestra è andato malissimo. FdI dalla sua ha il sostegno di Forza Italia e di altri partiti e così l’ultimo capitolo è segnato dalle dichiarazioni del vicesegretario leghista Andrea Crippa: “La Lega è per riconfermare i presidenti uscenti, se così non fosse anche per una sola Regione, si riaprirebbero i giochi e il tavolo su tutte le altre”.
Destre a pezzi sulle regionali. E i governatori Zaia e Toti spingono per il terzo mandato
Una minaccia che non sembra spaventare il partito della presidente del Consiglio: il nome di Truzzu è “ufficiale”, sottolinea Antonella Zedda (coordinatrice di Fdi in Sardegna) e se la Lega, insieme al Psd’Az, intende “tagliare i ponti con il centrodestra, faccia pure”. Al di là delle dichiarazioni, dunque, è evidente il vento di guerra fratricida. Il riferimento ai “presidenti uscenti” fatto da Crippa si lega alle altre Regioni che andranno al voto e vedranno la riconferma di tutti i governatori di centrodestra: Marco Marsilio in Abruzzo in quota Fratelli d’Italia, Alberto Cirio in Piemonte come esponente di Forza Italia, Donatella Tesei in Umbria per la Lega. A questi si aggiunge anche un altro esponente di Forza Italia, Vito Bardi, ex ufficiale della Guardia di Finanza e da cinque anni presidente della Basilicata.
La questione, dunque, è tutt’altro che secondaria. Se non fosse altro che si intreccia ovviamente anche con la partita delle europee. Alla corsa per le elezioni di Bruxelles europee – cui potrebbero essere accorpate le amministrative della prima parte del 2024 già in un prossimo Cdm – è legato anche il dibattito sul terzo mandato, chiesto da alcuni governatori di entrambi gli schieramenti. La premier ha demandato la questione al Parlamento dove da FdI però hanno già fatto sapere di non essere particolarmente appassionati. Anche perché una eventuale candidatura di Stefano Bonaccini aprirebbe alle elezioni anticipate in Emilia Romagna.
Intanto alle Europee pare certa la candidatura di Vannacci nelle file della Lega
Senza ok al terzo mandato, anche in Veneto andrebbe cercato un candidato alternativo a Luca Zaia per il 2025. Senza dimenticare, ancora, Giovanni Toti in Liguria. Difficile però che si riesca a trovare una soluzione. Ed ecco allora che i nomi di Zaia e Toti stessi potrebbero essere assolutamente spendibili in campo europeo ma anche qui bisogna trovare incastri e soluzioni non certo facili e che mettano d’accordo tutte le forze in campo. Parrebbe certa, ad esempio, la candidatura del generale Roberto Vannacci nelle file della Lega. Una discesa in campo sempre più probabile, dunque. Il generale, secondo le fonti, dovrebbe trovare posto nel collegio dell’Italia centrale. Proprio sul nome dell’autore de “Il mondo al contrario” non era mancata una domanda alla premier nella conferenza stampa di fine anno, su una possibile candidatura invece con FdI: “Non ho letto il suo libro – aveva detto Meloni – A volte credo di vivere in un mondo al contrario… Comunque non mi sto occupando delle candidature”.