Non si capisce se il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sia in cattiva fede o se non sia in grado neanche di leggere e capire un comunicato dell’Istat. Delle due l’una. “L’inflazione in Italia è al minimo in Europa, pieno successo del ‘carrello tricolore’. Smentiti i profeti di sventura!”, ha dichiarato ieri.
Cala l’inflazione a dicembre. Giù i prezzi solo grazie all’energia. Per gli alimentari invece c’è un’impennata
Nel caleidoscopio dell’inflazione europea l’Italia è vero che conferma la frenata del caro vita: +0,6% su base annua a dicembre, in calo rispetto al +0,7% rilevato a novembre. Nel 2023, in media, la crescita dei prezzi al consumo è stata del 5,7%, in netto rallentamento dall’8,1% del 2022. Ma questo risultato è ascrivibile principalmente al venir meno delle tensioni sui prezzi dei Beni energetici (+1,2%, dal +50,9% del 2022). I prezzi nel comparto alimentare evidenziano invece un’accelerazione della crescita media annua (+9,8%, da +8,8% del 2022).
Tensioni permangono nel settore soprattutto degli alimentari non lavorati, i cui prezzi evidenziano un aumento mensile del +0,7%, che porta il tasso tendenziale a +7,0% (da +5,6% di novembre). In particolare, le tensioni, specifica l’Istat, riguardano sia la frutta fresca e refrigerata (da +10,4% a +13,9%) sia i vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da +7,6% a +13,1%; +3,0% sul mese). Mentre i prezzi di prodotti alimentari e bevande analcoliche anche a dicembre hanno continuato la loro corsa al rialzo: +0,3% rispetto a novembre dopo il +0,4% su ottobre.
“Tra le tante misure spot del Governo Meloni, bellissime sul piano comunicativo ma decisamente inutili sul piano dell’economia reale, c’è il ‘carrello tricolore’. Un fallimento totale, ma annunciato e rivendicato dal Governo come un provvedimento che ha fatto scendere l’inflazione”, ha dichiarato Stefano Patuanelli (M5S). “Il Trimestre anti inflazione è stato un flop, un fiasco gigantesco”, ha dichiarato il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona. Secondo cui per quanto riguarda l’inflazione media +5,7% significa che nel 2023 una coppia con due figli ha speso 1.608 euro in più rispetto al 2022. Secondo il Codacons il caro vita nel 2023 è costato, in termini di maggiore spesa, 1.796 euro a famiglia.
Il potere d’acquisto sale nel terzo trimestre 2023 ma solo sui tre mesi precedenti mentre frena sull’anno
Nei tre mesi tra luglio e settembre 2023, rileva l’Istat, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dell’1,8% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dell’1,2%. Il potere d’acquisto delle famiglie è così cresciuto rispetto al trimestre precedente dell’1,3% e la propensione al risparmio si è attestata al 6,9%, in aumento di 0,6 punti percentuali. In realtà anche qui bisogna guardare ai dati tendenziali, ovvero quelli su base annua. Ne viene fuori che nel terzo trimestre il suddetto potere d’acquisto delle famiglie ha fatto segnare un -0,6%. Addirittura nei primi tre trimestri del 2023 ha fatto segnare un -1,2% rispetto allo stesso periodo del 2022.
È sempre dalle tabelle Istat, debitamente nascoste dai festanti parlamentari di centrodestra, emerge che gli investimenti hanno registrato un -4,2% nel terzo trimestre del 2023, rispetto al terzo trimestre 2022, e addirittura un -5,8% nei primi tre trimestri del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “Quella che stiamo ascoltando in queste ore è quindi una ridicola fanfara del centrodestra, degna della più squallida e becera propaganda”, è stato il commento di Emiliano Fenu del M5S.