Da mostro che ha devastato i conti pubblici, a misura da prorogare con un provvedimento ad hoc approvato ieri – di fretta e furia – dal Consiglio dei ministri. Strana storia quella del Superbonus e le destre dove, a dispetto di dichiarazioni contraddittorie tra i partiti della maggioranza, alla fine – e contro ogni pronostico – l’hanno spuntata Antonio Tajani e i suoi ottenendo una dilazione dei tempi capace di salvare diverse famiglie che altrimenti sarebbero finite sul lastrico. Insomma si è concluso con l’inaspettata vittoria di Forza Italia sugli alleati della Lega e di Fratelli d’Italia che, superata la fase della campagna elettorale in cui anche loro sostenevano la bontà del Superbonus, da mesi non fanno altro che additarlo come la causa di ogni male.
Superbonus, l’esultanza di Forza Italia
A dare la notizia dell’accordo è stata Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia e responsabile nazionale dipartimento lavori pubblici del partito, che quando il Consiglio dei ministri non era ancora iniziato già esultava: “Forza Italia si è impegnata fin da subito, con coerenza e con continuità, per una soluzione di buonsenso al problema Superbonus. Era ed è nostro compito tutelare i cittadini, i professionisti e le imprese che hanno investito e lavorato nel rispetto della legge e che si ritrovano con cantieri fermi sebbene in stato avanzato. Così facendo li aiuteremo a fare gli ultimi metri in serenità”.
E ancora “governare bene vuol dire anche questo: lavorare per risolvere un problema che certamente non abbiamo causato noi ma che abbiamo ereditato. Questo è lo spirito di Forza Italia, così avrebbe fatto il nostro Presidente Silvio Berlusconi”. Frasi, queste, che sembrano dimostrare come nella maggioranza ci sia stata una serrata discussione dove, dopo tanto duro lavoro e superando non poche titubanze, è passata la linea degli azzurri. Gioia manifestata poco dopo anche dalla pagina di X, l’ex Twitter, di Forza Italia in cui si raccontava di un “accordo positivo su Superbonus. Grazie all’impegno di Forza Italia saranno tutelati imprese e cittadini, soprattutto quelli più deboli che non dovranno restituire soldi per i lavori non conclusi e verranno sostenuti per completarli. Passa la linea del Buongoverno di Forza Italia”.
L’intesa sul Superbonus
Alla fine, come da voci circolate già nella vigilia del Consiglio dei ministri, la soluzione al problema vedrà la luce con un provvedimento ad hoc anziché inserire l’intervento nel decreto Milleproroghe. Una scelta arrivata nel primo pomeriggio di ieri durante una riunione a cui hanno partecipato i due vicepremier, Tajani – deciso più che mai a portare a casa un risultato per far apparire ancora ‘viva’ Forza Italia – e Matteo Salvini, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano. A spiegare l’accordo nel dettaglio è stato il capogruppo di Forza Italia alla Camera Paolo Barelli secondo cui “con apposito decreto del Consiglio dei Ministri continuerà ad esistere il bonus al 70% per tutti coloro che proseguiranno i lavori nel 2024 ed è prevista una sanatoria che permetterà di evitare la restituzione delle somme per tutti coloro che non hanno completato i lavori entro il 31/12. Il bonus edilizio al 110% resterà comunque in vigore per coloro che hanno reddito basso e non hanno completato i lavori”.
Grande ilarità
Quel che è certo è che la decisione della maggioranza ha scatenato le opposizioni che non hanno lesinato commenti al vetriolo a Giorgia Meloni & Co. “Stessa maggioranza, idee opposte anche sul Superbonus. Per il presidente del Consiglio è stato ‘il regalo dello Stato ai truffatori’, per il ministro dell’economia Giorgetti ha ‘effetti radioattivi’. Quindi ‘va prorogato in tutti i modi’, insiste Tajani. Quando si dice una coalizione che va d’amore e d’accordo!” è quanto scrive su X Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera. Stupefatto per l’ennesima giravolta dell’esecutivo, invece, il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli che fa notare come “per mesi il governo ha criticato il Superbonus, con dichiarazioni che lo hanno definito un’allucinazione da parte del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e addirittura la ‘più grande truffa ai danni dello Stato’ secondo la Premier Meloni.
Tuttavia, oggi assistiamo a un nuovo e ulteriore cambio di rotta, con la maggioranza che dichiara di aver raggiunto un accordo per una nuova misura o proroga del Superbonus”. Sempre secondo Bonelli “siamo nel circo della politica, in cui il governo, dopo aver lasciato famiglie e imprese sul lastrico, cerca ora di proporre una soluzione apparentemente incoerente con le posizioni precedenti. Ciò che manca in questa discussione è l’introduzione di criteri fondamentali. Avremmo auspicato una riforma del Superbonus che considerasse due aspetti cruciali: il reddito e la classificazione energetica degli immobili”. Questo perché, conclude, “è essenziale che le risorse statali siano dirette verso coloro che ne hanno effettivamente bisogno e verso gli edifici che necessitano di miglioramenti energetici piu’ urgenti. Attendiamo di conoscere il testo completo della norma che emergerà da questo accordo frutto della intesa di questo governo”.
Stupito anche il deputato del Movimento 5 Stelle, Agostino Santilli, che ieri a nome dei pentastellati aveva partecipato alla manifestazione degli esodati del Superbonus dopo la bocciatura in Aula di un emendamento dei pentastellati che prevedeva, tra l’altro, misure per sbloccare i crediti d’imposta incagliati, come il ripristino del meccanismo della cessione plurima dei crediti d’imposta. “La maggioranza è completamente spappolata e in stato confusionale. Non è certo con una mini-proroga mascherata che si superano i danni creati dalle norme schizofreniche del governo di Mario Draghi prima e Meloni poi. Molto più importante sarebbe lo sblocco dei crediti fiscali, una delle tante promesse elettorali tradite dal centrodestra. Un nostro emendamento in tal senso alla Legge di bilancio oggi è stato bocciato. Di che parliamo?” conclude il parlamentare del Movimento 5 Stelle Santilli.