La gente dovrebbe iniziare a ragionare: il popolo palestinese è una cosa e Hamas è un’altra.
Enzo Porretti
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Gentile lettore, vorrei tanto che lei avesse ragione, perché così basterebbe eliminare Hamas e il problema sarebbe risolto. In effetti i nostri massmedia, un po’ per ripulirsi la coscienza e un po’ per sostenere i piani genocidi di Netanyahu, ci inculcano la favola che esistano i buoni (i palestinesi) e i cattivi (Hamas). Ma le cose sono molto più complesse. Il primo rebus è l’assioma che Hamas sia un ente terroristico. La parola “terrorista”, secondo il diritto internazionale, è spesso un giudizio arbitrario e di parte. Certo, i miliziani si sono macchiati di alcuni atti terroristici nell’attacco del 7 ottobre scorso, ma ben di più lo hanno fatto gli israeliani uccidendo migliaia di donne e bambini a Gaza senza per questo essere marchiati come terroristi. Hamas nel contempo è anche un partito politico votato dal popolo. Anzi: è l’unica entità politica palestinese, dacché l’Anp guidata da Abu Mazen, che perse le elezioni ma rimane illegalmente al potere in Cisgiordania, è totalmente screditata, percepita come corrotta e collusa con Israele. I palestinesi, quindi, per ora confidano in Hamas. Lo scrivevo tempo fa e ora lo conferma un recente sondaggio dell’Istituto Noto per Repubblica: il 63% dei residenti a Gaza ha piena fiducia in Hamas. Il 55% dei palestinesi (e il 70% dei residenti a Gaza) approva l’attacco del 7 ottobre scorso. In altre parole i palestinesi sono con Hamas, e il mondo dovrebbe tenerne contro: cosa che non fa la diplomazia occidentale, al contrario di quelle russa, cinese e del Sud globale.