La formazione, di fatto, non esiste. Il sostegno da 350 euro arriva solamente a 22mila persone. Due dati che chiariscono il completo fallimento del Supporto formazione lavoro (Sfl), la misura introdotta dal governo e dalla ministra del Lavoro, Marina Calderone, al posto del Reddito di cittadinanza per coloro i quali sono ritenuti occupabili. Persone che, in realtà, molto spesso sono tutt’altro che pronte a entrare nel mercato del lavoro. E ora a dimostrarlo sono anche i fatti, oltre ai ritardi legati a una misura pensata male e introdotta in maniera persino peggiore.
Il completo fallimento della misura introdotta dal governo al posto del Reddito di cittadinanza è ora dimostrato dai fatti
A testimoniare il fallimento del Sfi, come racconta Il Fatto Quotidiano, è anche il racconto di un dirigente Anpal. Uno su cinque, finora, non ha ricevuto nulla e la formazione è inutile per trovare un impiego. Gli ex percettori del Reddito di cittadinanza che dovrebbero seguire i corsi d’orientamento non solo si trovano di fronte a un’offerta che è chiaramente inutile per entrare nel mondo del lavoro, ma neanche ricevono il sussidio: l’assegno di 350 euro è arrivato in pochissimi casi, tanto che tra le 44mila domande accolte soltanto una persone su due ha ricevuto il sussidio.
I dati ufficiali non ci sono. Eppure sono stati chiesti, persino in una sede ufficiale come quella parlamentare. Ricordano i deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Lavoro Valentina Barzotti, Davide Aiello, Dario Carotenuto e Riccardo Tucci, che la richiesta per sapere quante persone stanno percependo i 350 euro è stata formalizzata al governo con un’interrogazione proprio in commissione, “ma non c’è stata data risposta”. Di fronte al mistero di dati mai forniti, qualcosa è emerso durante un webinar del 19 e 20 dicembre. A parlare, tra i relatori di un incontro riservato agli addetti ai lavori, c’era anche il dirigente di Anpal, Stefano Raia. Che ha spiegato, riguardo alla misura destinata per 12 mesi agli occupabili, che le domande sono state finora 130mila, ma i beneficiari “ammessi sono 44mila”.
I corsi destinati agli occupabili non servono ad entrare nel mondo del lavoro. E i 350 euro arrivano solo a una minima parte dei beneficiari
E di questi soltanto il 50% percepisce il beneficio. Cioè soltanto 22mila persone. Gli altri non ricevono nulla, per il momento. Ma intanto fanno la formazione, spesso inutile. Si tratta solitamente di attività di orientamento o poco più: simulazione dei colloqui, bilancio di competenze. Tutte cose completamente inutili per chi da anni è fuori dal mercato del lavoro. Gran parte delle persone avrebbe bisogno di una “riqualificazione lunga”, che richiede ore e ore di formazione. Invece questo non succede e si presentano diversi problemi: dai “cataloghi formativi rigidi” ai tempi lunghi per l’attivazione, passando alle “aule che devono essere piene prima di partire”.
E così dopo 12 mesi i beneficiari del Sfi rischiano concretamente di diventare disoccupati, senza alcun sostegno e senza neanche la formazione. I dati ufficiali, quindi, non ci sono, ma quanto scritto dal Fatto Quotidiano evidenzia che “spesso i corsi di formazione non partono o le attività svolte si rivelano inutili per chi è fuori dal mercato del lavoro da anni”, come sottolineato i deputati pentastellati in commissione Lavoro. Che senza mezzi termini evidenziano come il governo abbia “fallito e i più deboli pagano il conto”.