Poche parole. Chiare. E per certi versi inappellabili: “Per l’anno 2024 si prevede che il totale della spesa (spese correnti di funzionamento, spese in conto capitale e spese previdenziali) si attesti a 983,1 milioni di euro. Considerato che la spesa prevista per il 2023 ammonta a 971,2 milioni di euro, nel 2024 si registra un aumento della spesa totale, rispetto al dato del 2023, di 11,9 milioni di euro, pari all’1,23 per cento”. Firmato: la Camera dei Deputati. Ebbene sì, il ramo del Parlamento presieduto oggi dal leghista Lorenzo Fontana, l’anno prossimo costerà più rispetto al 2023. Non proprio un ottimo biglietto da visita per chi – il governo e la maggioranza, si intende – si era proposto come baluardo di una sana politica, basata su valori e vicinanza ai cittadini.
La Camera dei deputati ingrasserà un altro po’. Nel 2024 Montecitorio ci costerà 983,1 milioni di euro, 11,9 in più di quest’anno
Ma su quali capitoli cresce la previsione di spesa? A pesare sono le uscite previdenziali che aumentano, ma in linea con il trend che caratterizza l’intero Paese e rappresentano, come prevedibile, il capitolo più corposo. Sul lato del contenimento dei costi c’è molto da fare. Un esempio? “La spesa per il personale non dipendente (gli staff a chiamata, ndr) cresce per 3,3 milioni di euro”. Il motivo è legato “sostanzialmente alla ridefinizione della disciplina degli uffici di segreteria dei membri dell’ufficio di presidenza e dei presidenti delle giunte e delle commissioni parlamentari”, si legge nella relazione del collegio dei questori, formato da Paolo Trancassini (Fratelli d’Italia) e Alessandro Manuel Benvenuto (Lega), e in quota minoranza Filippo Scerra (Movimento 5 stelle).
Ma ovviamente non è finita qui. Un aumento si verifica pure su un altro capitolo: quello per il funzionamento degli organi istituzionali. Dalle casse di Montecitorio usciranno 200mila euro in più per l’istituzione di nuove commissioni d’inchiesta e per le indennità aggiuntive destinate ai titolari di cariche istituzionali (in particolare segretari d’aula e presidenti di commissioni). Solo per le commissioni di inchiesta, il bilancio prevede un esborso di 865mila euro per il 2024. Ci sono, ovviamente, i deputati, poi. Un esborso che grossomodo si mantiene in linea con gli standard degli anni passati.
E che standard, verrebbe da dire: tra indennità di vario genere e rimborsi per ogni tipo di esigenza, la spesa prevista ammonta a 89,5 milioni di euro. Nulla, in effetti, rispetto ai 201 milioni riservati al personale dipendente. Ci sono, poi, tutti i vari servizi e forniture che rendono la Camera dei Deputati particolarmente esosa. A cominciare dalla ristorazione (2,6 milioni di euro), passando per i servizi di pulizia e igiene (7,4 milioni di euro), arrivando, tanto per dire, fino ai trasporti (ovviamente sempre dei nostri onorevoli) per cui si prevede un’ulteriore spesa di quasi 9 milioni di euro.
Nei prossimi anni gli esborsi cresceranno ancora. Fino ad arrivare a 997,7 milioni nel 2026
Ma attenzione: il meglio deve ancora venire. Il 2024 è solo il primo passo verso il boom dei costi, come raccontava ieri anche Domani. L’anno successivo, secondo il bilancio di previsione, “il totale della spesa si attesta a 995,6 milioni di euro, con un incremento di 12,4 milioni di euro rispetto al 2024 (+1,27 per cento)” e nel 2026 il totale “si attesta a 997,7 milioni di euro, con un aumento di 2 milioni di euro rispetto al 2025 (+0,21 per cento)”.Una corsa che appare senza fine. Anche se per evitare il boom totale, il collegio dei questori ha rinnovato la proposta di stoppare, fino al 2026, l’adeguamento degli stipendi dei deputati a quelli dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di cassazione, come stabilito dalla legge. Magra consolazione, visti gli esborsi.