L'Editoriale

Una destra senza vergogna

Decine di facinorosi hanno risposto col saluto romano a una sentenza dei giudici e non si capisce perché non debbano rispondere di un tale gesto.

Una destra senza vergogna

“Me ne frego” era il motto fascista, e dunque i fascisti se ne freghino pure delle condanne per l’irruzione del 2021 nella sede della Cgil, costata otto anni di carcere ai colonnelli di Forza Nuova, Roberto Fiore e Giuliano Castellino. Ma lo Stato non può fregarsene della legge, e se decine di facinorosi rispondono col saluto romano alla sentenza dei giudici, questi signori non si capisce perché non debbano rispondere di un tale gesto, e perseguiti con le loro associazioni come prevede la norma che vieta la ricostituzione del partito fascista.

Associazioni che invece campano allegramente, anche occupando immobili pubblici, come nel caso di CasaPound a Roma. Mussolini – dicono le cheerleader delle destre – è roba del secolo scorso, e giusto una sinistra senza argomenti può raccontare a ogni occasione la storiella dell’onda nera. Ma l’aggressione a una sede sindacale non è una storiella, e l’ultradestra che non sente il bisogno di nascondersi, persino mentre commette un reato, non è una bischerata. D’altra parte, è questo il clima che c’è oggi nel Paese.

E così la premier se ne frega di presentarsi alla conferenza stampa di fine anno e se ne va alla recita scolastica della figlia. Come se ne frega di spiegare il suo conflitto d’interessi la deputata Rita Dalla Chiesa, che difende in Parlamento il regista Rai per cui lavora la figlia. E e ai 5S che protestano risponde che “i Cinque Stelle non si smentiscono mai con gli attacchi personali”. E in effetti, smentirsi su tutto è una specialità diventata esclusiva della destra.