La maggioranza degli italiani (65%) è contraria al nucleare da fissione. È quanto emerge dal 21° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la green & blue economy” realizzato da Fondazione UniVerde e Noto Sondaggi. Sì al solare (81%) con la richiesta al Governo di aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili (70%).
Gli italiani sono contrari all’energia nucleare da fissione. L’81% ritiene che l’Italia dovrebbe puntare sul solare
Il 90% degli intervistati valuta positivamente l’eolico offshore (in mare aperto) a patto che si rispetti l’ambiente e la natura e che si sostenga l’economia locale delle aree ospitanti. L’81% ritiene che l’Italia dovrebbe puntare sul solare. La posizione degli italiani in merito al dibattito emerso dai lavori della COP28 di Dubai, durante la quale una ventina di Paesi hanno annunciato di voler triplicare la produzione di energia nucleare è chiara. No al nucleare da fissione (65%), sì al solare (81%) con la richiesta al Governo di aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili (70%).
L’eolico offshore è valutato positivamente dal 90% degli intervistati con un aumento (+16%) di chi ritiene però fondamentale il rispetto della fauna marina (30%), delle rotte degli uccelli migratori (20%) e il sostegno all’economia locale (24%). Il 64% degli intervistati lo ritiene, in ogni caso, asset strategico per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e transizione energetica dell’Italia.
Pecoraro Scanio: “I dati del 21° Rapporto confermano in modo chiarissimo il sostegno popolare alle rinnovabili”
“I dati del 21° Rapporto confermano in modo chiarissimo il sostegno popolare alle rinnovabili – ha detto il presidente della Fondazione UniVerde, Alfonso Pecoraro Scanio -, a partire dal solare e dall’eolico, e la netta bocciatura del nucleare. Le sfide per le transizioni energetica, ecologica e digitale sono evidenti per una fascia amplissima di cittadini, sempre più attenti alla crisi climatica in atto. In particolare, eolico offshore, che non consumi territorio e tuteli il mare, agrivoltaico e parchi agrisolari, che rispettino i terreni agricoli e coinvolgano gli agricoltori, sono viste tra le formule meno impattanti delle rinnovabili da realizzare. Il flop della COP28 sul phase out e la bocciatura dell’Italia sulle performance climatiche sono un campanello di allarme: rischiamo un caos climatico sempre più vicino. Secondo stimati osservatori internazionali, il nostro Paese è retrocesso di ben 15 posizioni, attestandosi al 44°, nella graduatoria per impegno nella lotta al cambiamento climatico. Raccogliamo l’appello degli italiani emerso dal Rapporto e lo rivolgiamo alle Istituzioni nazionali e locali, al mondo della finanza e alle imprese per una rapida uscita dalla stagione dei fossili e maggiori investimenti nelle rinnovabili, ma anche nella ricerca e nello sviluppo di altre fonti sostenibili che per l’Italia significano ridurre drasticamente i costi in bolletta e intraprendere virtuosamente la strada dell’indipendenza energetica”.
Il 70% degli italiani dichiara di non conoscere la differenza tra fissione e fusione
Infine, in merito al nucleare, dal rapporto emerge che circa il 70% degli italiani dichiara di non conoscere la differenza tra fissione e fusione nucleare e, una volta spiegata, si affermano contrari all’energia nucleare (65%). Di questi, il 35% lascia aperta la porta alla ricerca e allo sviluppo della fusione per fornire un approvvigionamento energetico sostenibile.