Ancora una volta le promesse del governo guidato da Giorgia Meloni si scontrano con la realtà. È il caso della riforma dell’Irpef che porterà un beneficio praticamente nullo in busta paga, come sottolinea la Uil. La riduzione delle aliquote Irpef “è una soluzione totalmente insufficiente a recuperare il potere d’acquisto” perso a causa dell’inflazione, come viene sottolineato dallo studio del sindacato.
In particolare per i redditi annui lordi intorno ai 15mila euro, quelli più bassi, l’aumento netto mensile dovuto alla riduzione dell’Irpef sarà solamente di 4 euro. Un aumento che arriva a 5 euro per chi ne guadagna 20mila, a 16 euro mensili per chi ne guadagna 28mila e 20 euro per chi ne guadagna 35mila.
Busta paga, aumenti da presa in giro con la nuova Irpef
Come sottolinea il segretario confederale della Uil, Vera Buonomo, la riduzione dell’Irpef a tre aliquote rappresenta “una soluzione totalmente insufficiente a recuperare il potere d’acquisto perso da lavoratori dipendenti e pensionati, i cui redditi sono stati erosi, per un lungo periodo, da un’inflazione a due cifre”.
A poco serve il taglio del cuneo fiscale che, di fatto, non porta un euro in più in busta paga da gennaio. Il governo ha infatti solamente confermato quanto già avviene oggi, quindi senza alcun beneficio per gli stipendi del 2024. Come sottolinea ancora la Uil “non si tratta di risorse fresche, bensì di soldi che permarranno nelle buste paghe di gennaio e che, dunque, resteranno allo stesso livello di quelle dei mesi precedenti. Se così non fosse stato, avremmo avuto addirittura la beffa di una riduzione di quei redditi”.
Inoltre entrambe le misure “non sono strutturali e resteranno in vigore solo per il 2024. Pertanto alla fine del prossimo anno sarà necessario varare provvedimenti che li confermino”. In conclusione il beneficio in busta paga, tanto propagandato dal governo con la riforma dell’Irpef, porterà solamente tra i 4 e i 20 euro in più in busta paga. E ad avere un aumento minore saranno proprio i redditi più bassi.