Cronaca di una giornata tipo dalle parti del cosiddetto Terzo polo dove le prossime elezioni europee sono un’acqua alla gola che accarezza tutti i protagonisti. Mentre ieri il Consiglio europeo primeggiava su siti e giornali i renziani e calendiani sono impazziti per un’intuizione nuovissima di Emma Bonino, anima di +Europa: l’unione europea sarà davvero unione se diventerà Stati Uniti d’Europa.
Gli “Stati Uniti d’Europa” sono uno slogan immarcescibile che ciclicamente infesta la propaganda politica. Nessuno ha mai capito esattamente cosa significhi nel concreto ma il claim suona così rotondo e dolce che non se ne può fare a meno. Del resto dalle parti del cosiddetto Terzo polo l’europeismo è una bandiera da acquistare in allegato con il proprio quotidiano preferito, una spilla da tenere all’occhiello negli apertivi della gente che conta di contare.
La contesa
All’amo degli “Stati Uniti d’Europa” arrivano a frotte quelli di Italia Viva, con la coordinatrice nazionale Raffaella Pasta che ci regala l’esegesi. Dice Paita che la formuletta “significa essere riformatori, progressisti e anche rivoluzionari” e “avere il coraggio e la lungimiranza di completare il più grande e coraggioso progetto di pace, libertà e integrazione”. Mo’ me lo segno. Passa qualche minuto e al gran trotto arriva anche il senatore Enrico Borghi, presidente del Gruppo Italia Viva-Il Centro-Renew Europe che definisce le riflessioni di Bonino “condivisibili e intelligenti”.
Infine ovviamente arriva lui, il leader maximo Matteo Renzi che nota come l’idea d’Europa di Bonino “è la prospettiva e la missione di Italia Viva. O l’Europa cambia e cresce o rischia di diventare irrilevante nel mondo”. “Noi ci siamo”, dice Renzi. In modo molto meno trionfale e egomaniaco si potrebbe tradurre come “per favore Bonino facci salire sul treno di +Europa per le prossime elezioni”. Perché in fondo il tema è molto più politico degli slogan: Italia Viva è un’isola senza ponti e con i porti vuoti nel mare della prossima sfida elettorale.
Qualche alleanza e almeno lo straccio di una relazione anche simulata sono indispensabili per superare la soglia di sbarramento. Cambio scena. Dalle steppe di Azione si leva la voce del leader di Carlo Calenda per dirci che “la Bonino ha scritto un un articolo su gli Stati Uniti d’Europa” che lui condivide “dalla A alla Z”. “Ma il punto fondamentale è cercare l’accordo sul merito delle cose”, spiega Calenda. Anche questo si potrebbe tradurre facile: “Per favore Bonino facci salire sul treno di +Europa per le prossime elezioni”. Ospite di Sky Tg 24 Calenda però non si trattiene e così la marcia di avvicinamento verso +Europa rischia di durare meno di una gita fuori porta.
“È una menzogna che io abbia abbandonato Bonino”, spiega Calenda in riferimento alle ultime elezioni politiche, “lei ha ritenuto che quella coalizione che conteneva Fratoianni, Bonelli, Di Maio con accordi che contraddicevano il nostro, era la strada giusta”. Insomma: Bonino è brava ma quando non è d’accordo con Calenda sbaglia. In una giornata tipo ovviamente non possono mancare le bizze tra i due ex coniugi Renzi-Calenda. Ieri è stato il turno del leader di Azione che su Renzi ci dice che lui ritiene “che chi fa politica ed è pagato dei cittadini non può essere pagato da nessun altro” e quindi ha sempre creduto che “sia sbagliato e inaccettabile che si prendano soldi da Stati stranieri da prima, durante e dopo l’alleanza con Matteo Renzi”.
“Auguri e che se li goda, ma questa è la fine della democrazia”, è il messaggio in bottiglia che Calenda manda al suo ex alleato. Lui, Renzi, non risponde. A ben vedere non risponde alle lusinghe nemmeno Emma Bonino. Noi ce li godiamo.