La Sveglia

Causa infondata al giornale. Stangato il principe Harry

Il principe Harry si ritrova a sborsare quasi 50mila sterline al Mail On Sunday che aveva accusato di diffamazione e “inaccuratezza”.

Causa infondata al giornale. Stangato il principe Harry

Un piccolo esempio per cogliere le differenze tra la libertà di stampa in Italia e in Gran Bretagna. Mentre da noi si assiste a una pioggia di querele, spesso infondate, da parte di membri del governo e della maggioranza che colpiscono indiscriminatamente ogni giornalista non allineato dall’altra parte della Manica il principe Harry si ritrova a sborsare quasi 50mila sterline al quotidiano Mail On Sunday che aveva accusato di diffamazione e “inaccuratezza”.

Il principe Harry si ritrova a sborsare quasi 50mila sterline al Mail On Sunday che aveva accusato di diffamazione e “inaccuratezza”

Il quotidiano aveva raccontato della decisione del duca di portare il Ministero dell’Interno inglese davanti alla High Court con l’accusa di avergli negato le necessarie disposizioni di sicurezza (pagate dai contribuenti) perse dopo aver perso il titolo reale. Il giornale, raccontando la vicenda, titolò così: “Come il principe Harry ha provato a tenere segreta la sua battaglia sui bodyguards contro il governo… poi – subito dopo l’uscita della storia – la sua macchina della comunicazione ha provato a metterla in chiave positiva”.

In effetti il principe aveva fatto sapere che avrebbe pagato di tasca sua la sicurezza per non pesare sulle tasche dei cittadini. Il figlio del re ha portato davanti all’Alta corte la difesa dell’editore che riteneva l’articolo “un’opinione onesta e legittima” che non recava alcun “vero danno” alla sua reputazione. Ieri l’Alta corte di giustizia ha ritenuto infondate le accuse di Harry rinviando il tutto alla decisione di un altro processo, riconoscendo legittima la linea difensiva del giornale. C’è però un piccolo particolare: il principe Harry intanto è stato condannato a pagare le spese di questo primo giudizio. Pagare la prepotenza dell’accusa, appunto. Questa è la soluzione.