Ma davvero Mario Draghi è in corsa per sostituire la diabolica Ursula alla presidenza dell’Ue? Spero proprio di no. Sarebbe come passare dalla peste al colera.
Diletta Perozzi
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Gentile lettrice, le direi di stare serena, sennonché mi ricordo di uno che lo disse e non portò bene. Comunque, il Draghi a capo dell’Ue al momento non sembra neanche un’ipotesi. Pare sia stato solo il brutto sogno di un redattore di Repubblica che si è addormentato dopo aver mangiato pesante. Ha sognato un mondo in cui i popoli d’Europa scendevano in piazza, da Lisbona a Tallin, da Stoccolma ad Atene, invocando la magica Agenda Draghi. E anche i popoli dell’Africa, delle Americhe, dell’Oceana, cantavano: “Draaaghi, Draaaghi”. È lo stesso sogno che fece Letta durante le elezioni del 2022, quando fu poi svegliato da un coro di pernacchi. Idem il redattore di Repubblica. Intanto l’ex nume della Bce ha fatto sapere di “non essere interessato” al posto a Bruxelles. Il povero Calenda c’è rimasto male: “Lavoreremo comunque a questo obiettivo” ha detto. “Draghi alla guida dell’Ue sarebbe la migliore soluzione per l’Europa. Possiede l’auctoritas, la dignitas e l’esperienza” (quest’ultima parola, experientia, non gli è venuta in latino, peccato, ndr). Nel frattempo Cossiga si rigirava nella tomba e si udiva una eco spettrale: “È un vile, vile affarista. È il liquidatore dell’industria pubblica italiana”. P.S. Nel sogno di Repubblica solo gli inglesi non cantavano, perché Draghi in incognito guidò gli azzurri a Wembley alla conquista della Coppa Europa. Lo ricorderà: lo scrissero sobriamente tutti i giornali leccapiedi d’Italia.
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