di Carola Olmi
Sempre più debiti e meno ricavi per Telecom Italia, che ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con introiti pari a 20,3 miliardi di euro, in calo del 7,6% rispetto allo stesso periodo 2012. Una riduzione che la società ha attribuito al mercato business domestico (-1,3 miliardi di euro) e al Brasile (-315 milioni di euro), mentre cresce solo l’Argentina (+48 milioni di euro). A peggiorare la situazione, la debolezza sui tassi di cambio con l’America latina. Così l’utile del periodo attribuibile ai soci è stato negativo per 902 milioni (1,9 miliardi il risultato dello stesso periodo del 2012) e sconta la svalutazione dell’avviamento del business domestico per circa 2,2 miliardi effettuata nei primi sei mesi del 2013.
Male minore
Numeri pesanti, che a questo punto fanno sperare davvero in una cessione del controllo agli spagnoli di Telefonica. L’indebitamento netto rettificato è di 28,2 miliardi, diminuito di 1,2 miliardi rispetto a fine settembre 2012 e di 584 milioni nel solo terzo trimestre. Cifre che però potrebbero significativemente modificarsi, coem ha spiegato la stessa società in un comunicato. “Le informazioni previsionali – sostiene Telecom – si basano infatti su alcune assunzioni, ritenute ragionevoli, con particolare riferimento alle dinamiche competitive del mercato delle telecomunicazioni”. In questo contesto, per fine anno i ricavi sono stimati sostanzialmente stabili rispetto al 2012.
Rischio rating
In particolare oltre al rischio legato al contesto di crisi economica, all’eventuale cambio delle norme regolatorie e alla prospettiva di concorrenza, la nota del gruppo invita a “considerare fra i possibili rischi del gruppo il peggioramento del merito di credito da parte delle agenzie di rating”, specificando che “le emissioni obbligazionarie non contengono covenant finanziari, ne’ clausole che forzino il rimborso anticipato dei prestiti in funzione di eventi diversi dall’insolvenza”. Inoltre “i rischi o gli impatti derivanti da un eventuale peggioramento del merito di credito sui futuri rifinanziamenti, sui costi a essi collegati e sul processo di valutazione dell’avviamento non sono al momento stimabili. L’aumentata rischiosità per le nostre controparti finanziarie – è scritto ancora nella nota – potrebbe comportare un incremento di costi connesso alla gestione del portafoglio di derivati di copertura del gruppo, costi che non sono anch’essi stimabili al momento”. Intanto a peggiorare le cose il titolo, ieri, ha subito un tracollo arrivando a perdere il 4,26%.
Buenos Aires
“Giornata lunga”. Così l’ad Patuano ha appena iniziato la conference call con gli analisti, sottolineando che è stato redatto “un nuovo piano 2014-2016, che prevede transazioni straordinarie che rafforzeranno il gruppo permettendo ulteriore flessibilità”. Nel dettaglio nell’arco del piano ci saranno operazioni che daranno un contributo per oltre 4 miliardi di euro, tra le quali “la cessione di Telecom Argentina, l’emissione di un bond convertibile per oltre un miliardo, la cessione delle torri in Italia e Brasile e la produzione di cash”. Il manager ha anche sottolineato che il programma prevede “di accelerare e sfruttare a pieno il broadband sia in Italia sia in Brasile”.