Un applauso lungo 13 minuti ha chiuso il Don Carlo di Giuseppe Verdi che ha inaugurato la nuova stagione del Teatro alla Scala di Milano. Gli spettatori hanno apprezzato soprattutto orchestra e cantanti, con il loggione che ha riservato qualche rumoroso dissenso alla regia. Assente il Presidente della Repubblica, il pubblico della Prima ha tributato il suo saluto più caloroso alla senatrice a vita Liliana Segre, seduta proprio al posto del Capo dello Stato nella prima fila del palco reale, tra il sindaco Giuseppe Sala e il presidente del Senato Ignazio La Russa che ne avevano reclamato la presenza.
Un applauso lungo 13 minuti ha chiuso il Don Carlo di Giuseppe Verdi che ha inaugurato la nuova stagione del Teatro alla Scala di Milano
Alle loro spalle il vicepremier Matteo Salvini, e i ministri Elisabetta Casellati (Riforme istituzionali) e Gennaro Sangiuliano (Cultura). Ed è stato quest’ultimo, insieme con il sindaco Sala, accompagnati dal sovrintendente del Piermarini, Dominique Meyer, a portare durante l’intervallo il tradizionale saluto delle cariche istituzionali al direttore Riccardo Chailly nel suo camerino. In assenza del Capo dello Stato, il saluto doveva essere teoricamente “guidato” quest’anno dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, che però è rimasto nel palco reale.
Dopo l’Inno d’Italia l’urlo “No al fascismo” piovuto dal loggione e un “Viva l’Italia antifascista” da un palco
Dopo l’applauso alla 93enne sopravvissuta alla Shoah, ospite fisso da anni della Scala, la serata era iniziata pochi minuti dopo le 18 con il benvenuto di Meyer al pubblico e l’Inno d’Italia preceduto e seguito dall’urlo “No al fascismo” piovuto dal loggione e un “Viva l’Italia antifascista” da un palco. Raggiunto dai cronisti, Salvini ha commentato “se uno viene alla Scala ad urlare ha un problema: alla Scala si viene per ascoltare, non per urlare”. Lo spettatore che ha urlato “Viva l’Italia antifascista” è stato identificato dalla Digos . “L’ho buttata sul ridere, ho detto agli agenti che avrebbero dovuto legarmi e arrestarmi se avessi detto ‘viva l’Italia fascista’ ma così no”, ha detto all’Ansa Marco Vizzardelli, giornalista di 65 anni che si occupa di ippica, grande appassionato della Scala.
Tra platea e palchi, come in ogni Prima che si rispetti, numerose personalità del mondo dell’arte, dello spettacolo e della cultura: dal soprano Raina Kabaivanska alla cantautrice Patti Smith, passando per gli architetti Stefano Boeri e Mario Botta, fino all’attrice Andrea Jonasson e al regista spagnolo Pedro Almodovar. Tra il pubblico, oltre alle solite “mise” sopra le righe, anche qualche tocco di rosso per ricordare il dramma dei femminicidi. Per quanto riguarda l’opera, dopo il forfait alla vigilia di Ain Anger, sostituito da Jongmin Park nella parte del Grande inquisitore, durante la Prima il basso Michele Pertusi (che era subentrato a René Pape nel ruolo di Filippo II) “ha avuto un problema di salute alla gola” (parole del sovrintendente Dominique Meyer) ma è riuscito, con grande coraggio e capacità, a portare a termine la recita conquistando grandi applausi.
Il pubblico, piuttosto tiepido nel primo e secondo atto, si è via via “scaldato” trascinato da una maestosa Anna Netrebko. Fuori dal teatro, isolati dal solito, ingente, schieramento di forze dell’ordine, è andata in scena la protesta del sindacato di base Cub, delle lavoratrici e lavoratori dello spettacolo, dei sostenitori della causa del popolo palestinese.
Segre: “Mi manca Mattarella. Io non ho fratelli né sorelle ma gli voglio bene come a un fratello”
“Mi manca Mattarella. Io non ho fratelli né sorelle ma gli voglio bene come a un fratello” ha detto la senatrice a vita Liliana Segre parlando della Prima della Scala. La serata “mi piace moltissimo. Sono una habituée della Scala, andavo in loggione e pian piano sono scesa fino alla platea” ha aggiunto la senatrice. Quest’anno “gentilmente – conclude – il sindaco e La Russa mi hanno chiesto di venire nel palco reale. Mi manca Mattarella. Mi invitava sempre nel palco reale durante gli intervalli. Io non ho fratelli né sorelle ma gli voglio bene come a un fratello”.