La battaglia sul salario minimo si sposta nella Manovra e nelle piazze. In attesa che la proposta di legge della maggioranza, che affossa la proposta delle opposizioni sui 9 euro l’ora, approdi in Senato per la seconda lettura, il prossimo confronto tra maggioranza e opposizione ci sarà già nella legge di Bilancio. Pd, M5s e Avs hanno infatti depositato un emendamento unitario a prima firma del capogruppo pentastellato in Senato Stefano Patuanelli, che ripropone in toto la proposta di legge unitaria a prima firma Giuseppe Conte e cassata alla Camera.
La battaglia sul salario minimo si sposta nella Manovra e nelle piazze. Va avanti la raccolta delle firme in tutta Italia
La proposta di modifica fa parte del pacchetto di proposte unitarie su sanità, sostegno al reddito e transizione 4.0. Nel frattempo prosegue la raccolta di firme nelle piazze sulla petizione per il salario minimo che potrebbe essere trasformata in una legge d’iniziativa popolare. Il Movimento Cinque Stelle non indietreggia di un millimetro. “Non ci fermeranno i ‘no’ di Giorgia Meloni, vinceremo questa battaglia con i cittadini”, dichiara il leader del M5S. “Non devono essere i lavoratori a vergognarsi”, scrive Conte postando un articolo di Repubblica.
“Il racconto a mezzo stampa di un vigilante a 5 euro l’ora è un pugno nello stomaco. Quest’uomo non deve vergognarsi del suo stipendio, della sua dignità e dei sacrifici che fa per andare avanti. Dovremmo vergognarci tutti per come viene umiliato il lavoro in Italia. Dovrebbe vergognarsi il Governo Meloni, che porta avanti decreti che incoraggiano il precariato e continua a dire ‘no’ al Salario minimo legale mentre fa sconti alle banche, che non pagheranno oltre 2 miliardi di tassa sugli extraprofitti. E ci piacerebbe tanto sapere il perché… La vergogna di certe buste paga non ha colori. Non è di sinistra, di destra, di centro”.
Pd, M5s e Avs hanno infatti depositato un emendamento unitario a prima firma del capogruppo 5S in Senato Patuanelli
Il centrodestra, dal canto suo, rivendica di aver dato al governo – attraverso la propria proposta di legge e negli obiettivi della delega – più peso alla contrattazione collettiva. Ma c’è anche chi, come Matteo Salvini, va all’attacco: “Sul salario – dice il leader leghista – parlo a lavoratrici e lavoratori che spesso e volentieri rinunciano a fine mese al loro stipendio per pagare i loro dipendenti e i loro collaboratori, quindi parlare di salario minimo penso che sia irrispettoso di un privato che produce lavoro e ricchezza”. Eppure nel 2018 la Lega aveva introdotto il salario minimo nel suo programma per le elezioni politiche. Senza vergogna.