Non c’è da meravigliarsi se un partito che si chiamava Lega Nord fa gli affari di casa sua a spese del Sud. Tra autonomia regionale differenziata e gabbie salariali – cioè, stipendi più alti a chi lavora nel settentrione, e gli altri si attacchino! – Salvini e i suoi governatori portano legittimamente acqua al proprio mulino. Quello che invece non si spiega è come faccia Fratelli d’Italia – che nel suo motto ha la Patria – a far finta di niente mentre l’alleato di governo spacca il Paese.
Già adesso l’unità nazionale si schianta sui dati della ricchezza, dell’occupazione e della qualità della vita, che a Napoli sono ben distanti da Milano. Ma se passasse l’idea di retribuire di più gli insegnati al Nord, appena rilanciata dai parlamentari di Salvini, di fatto si costituirebbe ufficialmente un’Italia di Serie A e un’altra di Serie B. Se a questo aggiungiamo che la riforma Calderoli ridurrebbe sensibilmente il fondo perequativo regionale, costringendo molti servizi a chiudere nel Sud, a cominciare dagli ospedali, allora la frattura è completa.
Per questo il disegno del Carroccio dovrebbe mettere in allarme il Mezzogiorno, con le sue istituzioni, i cittadini e possibilmente i tanti deputati e senatori eletti con i voti di chi può vedersi tagliati i viveri. Su questo rischio però non c’è dibattito, non si sentono appelli e proteste. Così alla Scala si dilettano con le musiche di Verdi, dimenticando che sognava un’Italia libera e unita, mentre Sud e Nord si separano. Con la complicità degli stessi meridionali, incredibilmente grandi elettori dei propri carnefici.