L’ufficialità è arrivata ora: la Farnesina ha comunicato all’ambasciata cinese la sua uscita dalla Via della Seta, il piano di Pechino per rimodellare l’economia globale lanciato nel 2013. L’obiettivo del presidente cinese Xi Jinping, con questo progetto, era quello di spostare l’asse economico internazionale con finanziamenti al sud del mondo.
L’Italia era entrata nella Belt&Road Iniziative quattro anni fa e la scadenza dell’adesione era prevista per il marzo del 2024. Tre giorni fa la nota che sancisce la fine della partecipazione italiana al piano cinese è stata inviata al governo di Pechino. Per il momento Palazzo Chigi non commenta.
L’Italia lascia la Via della Seta con la Cina
Il memorandum tra Roma e Pechino era stato siglato dal primo governo Conte nel 2019: l’Italia è stato l’unico Paese del G7 ad aderire. Il governo Meloni doveva decidere se rinnovarlo o farlo scadere entro la fine del 2023 e la posizione della presidente del Consiglio sul tema è sempre stata chiara: l’addio al patto era annunciato da mesi.
Ora è arrivata anche la comunicazione ufficiale, come anticipato dal Corriere della Sera. Negli scorsi giorni è stata consegnata una nota a Pechino, ma soltanto dopo una missione in Cina del segretario generale della Farnesina, Riccardo Guariglia, e una visita del ministro degli Esteri, Antonio Tajani. In quelle occasioni era stata confermata l’intenzione di uscire dall’accordo ma continuando a coltivare il partenariato strategico tra i due Paesi.
Come spiega lo stesso Tajani, ospite del forum Adnkronos, “la Via della Seta non è la nostra priorità, abbiamo visto che non ha prodotto gli effetti sperati, anzi, chi non è parte del percorso della Via della Seta ha avuto risultati migliori”. Non è “un’azione negativa nei confronti della Cina”, con cui assicura che l’Italia continuerà “ad avere ottimi rapporti e lavorare intensamente sugli aspetti commerciali”. L’anno prossimo si terrà a Verona la riunione intergovernativa Italia-Cina per affrontare i temi del commercio internazionale, sottolinea Tajani.