Nella classifica del Sole24Ore sulla vivibilità nelle città italiane Napoli è crollata al terz’ultimo posto. Mai così in basso dall’emergenza rifiuti. Premetto che non ho mai creduto a queste classifiche perché non mi convincono i parametri con cui sono predisposte. Fanno contare soprattutto indici di natura economica: ricchezza pro-capite, sportelli bancomat, proprietà private, società finanziarie, denaro.
Insomma la ricchezza materiale. Non contano invece umanità, fratellanza, solidarietà, beni comuni, cultura. Quindi per quello che si è fatto a Napoli in questi ultimi anni con una città che ha superato l’emergenza rifiuti ed è prima da dieci anni per crescita turistico-culturale, il terz’ultimo posto non corrisponde alla realtà dei fatti. È un dato bugiardo. Allo stesso tempo, però, è vero che con la giunta comunale guidata da Manfredi si sta perdendo molto in vivibilità. Vediamo il perché.
In primo luogo, il fiume di soldi ricevuti non ha prodotto alcun miglioramento dei servizi pubblici con contestuale aumento della qualità della vita rispetto a quando non c’era un euro in cassa. E questo è inaccettabile. Tutte le opere e i servizi realizzati e che si stanno realizzando, tra l’altro, sono frutto di programmazioni e finanziamenti messi in campo durante la nostra amministrazione: strade, treni metro, autobus, parchi, assunzioni di personale. Ma soprattutto, e qui stanno le ragioni del crollo e del pericolo futuro, Manfredi non rappresenta lo spirito partenopeo che ci ha consentito di arrivare in alto e che oggi si precipita per sua diretta responsabilità: non c’è passione, amore, anima, competenza, autorevolezza, coraggio, abnegazione, senso di comunità e di appartenenza alla nostra città.
Manfredi sembra essere l’antinapoletano più che il sindaco di Napoli e questa sua immagine ed essenza sta facendo peggiorare la città nonostante governi da oltre due anni senza quasi opposizione, con tanti denari, con gran parte dell’informazione che ne sostiene acriticamente l’operato, con i poteri forti vicini e la politica vecchia e nuova accomodata nel tavolo opulento del compromesso morale e della gestione del denaro pubblico. L’antinapoletano sta svendendo Napoli e distruggendo molto di quanto realizzato negli anni della riscossa e della rinascita partenopea.
Un professore di come fare il peggio avendo quasi tutto. Napoli, dunque, non è terz’ultima. E questo nonostante Manfredi che sta facendo di tutto, purtroppo, per farla precipitare davvero su quel livello.