Le Lettere

Il declino di Zelensky

L’offensiva ucraina sembra ormai fallita. Ma ora che succederà? Molti prevedono una guerra di attrito che durerà anni.
Aldo Giacomini
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Gentile lettore, che la controffensiva sia fallita, né poteva andare diversamente, è noto da mesi a chi valuta senza paraocchi. Ora perfino i giornali italiani lo scrivono ed è tutto dire. Però non credo allo scenario di una guerra congelata, come sostengono leader inetti quali Biden e Scholz. Biden ha i suoi interessi: vuole arrivare al voto per la Casa Bianca nel novembre 2024 con una parvenza di pareggio Russia-Ucraina e ha ordinato agli ucraini di arroccarsi con difese fortificate a nord e a sud. Ma la disfatta viaggia veloce. Ci sono notizie di uno scontro ferale tra Zelensky e i capi militari, che si rimpallano le colpe della sconfitta. E anche tra Zelensky e l’ex presidente Poroshenko, che lo contesta apertamente. Intanto accadono cose da fine impero: alcuni ufficiali dello Sbu (i servizi segreti di Kiev) e la moglie del comandante sono stati avvelenati, mentre il braccio destro del comandante dell’esercito è morto in un attentato. Ci sono voci di un negoziato, contro la volontà di Zelesnky, tra il capo delle forze armate Zaluzhny e il suo omologo russo Gerasimov per una resa ucraina. Si dice che lo stesso Zaluzhny, che gode di grande popolarità, voglia firmare la pace e poi candidarsi alla presidenza. Di certo c’è che la stella dell’ex attore è al tramonto e in questo clima di redde rationem sarà tanto se salverà la pelle. Sua moglie ha detto all’Economist: “Non voglio che si ricandidi. Dobbiamo inventarci un’altra vita”. È sembrato un grido per la fuga.

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