Dopo un anno e dieci mesi, la guerra in Ucraina sembra lontana dalla conclusione. Quello che nessuno immaginava è che questo spaventoso spargimento di sangue, almeno secondo il Cremlino, si sarebbe potuto evitare visto che il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, ha stupito il mondo rivelando l’esistenza di un accordo con l’Ucraina di Volodymyr Zelensky per porre fine alle ostilità che non si sarebbe concretizzato solo per la ferma opposizione dell’allora primo ministro inglese Boris Johnson. Un patto, racconta il fedelissimo di Vladimir Putin, che era stato raggiunto “a Istanbul, alla fine di maggio del 2022, dopo diversi turni di trattative, di cui tre tenuti in Bielorussia e l’ultimo nella città turca”.
Guerra in Ucraina, Putin accusa Johnson
Difficile capire se sia solo propaganda oppure se ci sia qualcosa di concreto anche se lo stesso ministro ha poi aggiunto che l’esistenza dell’accordo è stata confermata “da uno dei partecipanti al negoziato, del gruppo di Zelensky, David Rahamja”. Quel che è certo è che da quel momento a oggi la guerra è andata avanti, causando la morte di almeno 125mila soldati ucraini e circa il doppio russi, ma in queste ore qualcosa sembra cambiare visto che Lavrov ha spiegato che al momento “non vediamo nessun segnale da Kiev o dai suoi padrini circa la loro disponibilità a cercare alcun tipo di accordo politico e per questo noi non vediamo alcuna ragione di rivedere i nostri obiettivi”, ammettendo però che Putin è disposto a dare il via ai negoziati, a patto che siano seri, pur di chiudere una volta per tutte questo sanguinoso conflitto.