“Vogliamo sapere dal ministro Giuseppe Valditara i motivi e il dettaglio dei contenuti del protocollo d’Intesa che il ministero dell’Istruzione (Mim, ndr) avrebbe stretto con una multinazionale del turismo studentesco attualmente sotto processo negli Stati Uniti”. È la richiesta chiara che gli esponenti del Movimento 5 Stelle in Commissione Istruzione di Camera e Senato hanno rivolto ieri al ministro dell’Istruzione e del Merito, circa l’accordo sottoscritto il 9 agosto scorso dal Mim con la multinazionale EF Education.
“Siamo curiosi di comprendere se la volontà di Valditara e del governo sia quella di esternalizzare e privatizzare servizi che potrebbero essere svolti direttamente dal ministero o da soggetti ad esso riferibili, anziché da privati. Ma soprattutto – proseguono i parlamentari del M5S – Valditara non può non essere a conoscenza dei gravissimi fatti in cui è coinvolta la multinazionale in questione, e dunque gli chiediamo di esprimersi circa l’opportunità di un accordo che coinvolge le scuole italiane proprio con quella società”.
La multinazionale negli Usa è coinvolta nelle indagini per la morte di Claudio Mandia
I “gravissimi fatti in cui è coinvolta la multinazionale” sono le indagini per la morte di Claudio Mandia, il 17enne che si è suicidato in un college gestito dalla EF Academy a New York il 17 febbraio 2022. Una morte che per la famiglia del ragazzo è direttamente collegata alle vessazioni che il college aveva inferto al 17enne, perché scoperto a copiare un compito di matematica. Tanto che presso la corte di New York si sta svolgendo una causa civile ai danni proprio della EF Education, intentata dalla famiglia Mandia. Una vicenda, quella rivelata dalla Notizia, che mostra la schizofrenia del governo Meloni: se da una parte infatti, alcune istituzioni italiane, come il ministero degli Esteri, affiancano la famiglia nella difficile battaglia legale contro EF Academy, a partire dal Console generale a New York, dall’altra ci sono altri pezzi di governo che con EF vanno a braccetto, come il ministero dell’Istruzione e del Merito, appunto.
Nonostante le numerose interrogazioni parlamentari presentate sulla morte di Claudio. Tanto che col protocollo d’intesa sottoscritto il 9 agosto scorso, Valditara ha di fatto esternalizzato alla multinazionale alcuni servizi essenziali del Ministero, come “un’indagine comparativa del livello di conoscenza della lingua inglese nelle scuole secondarie”, attraverso un test “standardizzato” (di proprietà di EF). E che ha inoltre affidato a EF Education “lo sviluppo di competenze trasversali e l’orientamento degli studenti in ambito professionale multilinguistico”. E, infine, le ha anche delegato la formazione dei docenti.
Clausole che, al di là della vicenda Mandia, spalancano enormi interrogativi, come sottolineano alcuni dirigenti scolastici che hanno letto la comunicazione del Mim. A partire dal perché appaltare a EF i test di valutazione della preparazione degli studenti, quando esistono da anni le prove Invalsi, che sono gestite da un’agenzia pubblica? Un’altra domanda è come e perché il ministero abbia scelto proprio EF Education, visto che non risulta ci sia stata una gara competitiva.
Dopo l’articolo de La Notizia il ministero guidato da Valditara replica con una lunga nota. Ma la toppa è peggio del buco
Ad alcuni di questi quesiti, il ministero ha risposto ieri sera con un comunicato, che lascia però più ombre che luci. “Il protocollo vigente, che non è stato sottoscritto dal Ministro”, fa sapere il Mim, “fa seguito a un precedente accordo sottoscritto in data 3 luglio 2015 e rimasto vigente negli anni successivi, stante la rilevanza e la comprovata competenza di EF Education s.r.l. nel settore dello studio delle lingue straniere”. Una precisazione che non spiega perché, dopo la morte di Claudio, avvenuta nel 2017, nessuno del Mim abbia sentito la necessità di sospendere l’accordo.
Il Mim fa poi sapere che l’accordo “è a titolo completamente gratuito e su base esclusivamente volontaria, non costituendo un affidamento diretto di servizi a società private, in quanto senza oneri a carico della finanza pubblica”. Quindi se una cosa è gratis, il governo non ne analizza il valore né chi la propone? La accetta e basta…? Ma forse la risposta che lascia è più interdetti è la chiusura del comunicato: “Si fa presente, infine, che sia l’interrogazione alla Commissione Permanente Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati, sia quella alla Commissione europea non hanno visto coinvolto il Mim e in particolare in sede europea sono state esaminate problematiche relative ai controlli di sicurezza su attività di mobilità studentesca all’estero non oggetto dell’accordo e riconducibili a un soggetto formalmente diverso (EF First, con sede in Svizzera) da quello firmatario del protocollo (EF Education s.r.l., con sede in Italia)”.
Come dire: se l’interrogazione è fatta al ministero degli Esteri, quello dell’Istruzione che ha rapporti con l’oggetto dell’interrogazione non lo sa o non se ne occupa? Inoltre, è di tutta evidenza (basta vedere sul sito) che EF First è la casa madre della multinazionale, mentre EF Education è la sezione Italiana. Una filiazione, ma sempre parte della multinazionale. Insomma, nonostante le spiegazioni, il grande interrogativo resta irrisolto: come ha potuto il Mim esternalizzare i servizi propri a EF Education, vista la causa in corso e le decine di denunce venute alla luce dopo l’esplosione del caso Mandia?
Le cose sono due: o il ministro e il suo gabinetto non conoscevano i pesanti pregressi di EF Academy, oppure non ne hanno tenuto conto. Nel primo caso, si tratterebbe di una colpevole impreparazione, un gravissimo caso di negligenza. Nel secondo sarebbe invece una scelta voluta. Comunque la si guardi, il ministro Valditara ha ora il dovere di rispondere non con un comunicato, ma davanti al Parlamento (e alle famiglie che da EF sono state danneggiate) perché ha deciso di continuare la collaborazione con EF Education. E poi trarne le chiare e dovute conseguenze.