Sconfitta cocente per Roma, che non ospiterà l’Expo 2030 e arriva solamente terza con 19 voti. Vince Riyad, la capitale saudita con 119 voti al primo turno. Seconda la sudcoreana Busan con 29 voti.
Si votava alle porte di Parigi, al Palais des Congrès di Issy-les-Moulineaux, i 182 delegati del Bie dovevano scegliere la città che ospiterà l’Expo 2030. Roma avev alanciato la sfida alla capitale saudita Riyad e alla sudcoreana Busan. Una sfida quasi impossibile, ma la speranza della Capitale era di raggiungere almeno il ballottaggio per poi giocarsela, nel segreto dell’urna, contro l’Arabia Saudita. Roma, invece, è arrivata terza persino dietro a Busan.
Expo 2030, vince Riyad: male Roma, solo terza
Dopo gli ultimi appelli delle tre candidate, è iniziato poco prima delle 17 il voto dei delegati. Si dovevano esprimere con una sorta di telecomando sul quale premere il tasto corrispondente alla città che scelgono: 1 per Busan, 2 per Roma, 3 per Riyad e 4 per l’astensione.
Per vincere al primo turno era necessario raggiungere i due terzi dei voti. Impresa molto difficile, ma su cui puntava Riyad, che è poi riuscita a farcela al primo turno. Se nessuna città avesse dovuto raggiungere il quorum si sarebbe andati al ballottaggio tra le due città più votate: a quel punto avrebbe vinto chi prendeva un solo voto in più. Tra il primo e l’eventuale secondo round le tre candidate avrebbero avuto 15 minuti di tempo per provare a conquistare gli ultimi voti.
Per l’ultimo appello Roma ha schierato non solo le tre testimonial – Bebe Vio, Sabrina Impacciatore e Trudie Styler – ma anche il campione del tennis Jannik Sinner, che ha inviato un messaggio per l’occasione. Così come ha fatto anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Che si rivolge ai delegati chiedendo di “portare la storia nel futuro” con Roma. Meloni, così come il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, non è presente a Parigi, al contrario del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.