La presidenza del Consiglio e il ministero dell’Interno si costituiranno parte civile nel processo sul naufragio del 26 febbraio davanti alla costa di Cutro, in Calabria. La decisione è stata annunciata da Palazzo Chigi in riferimento alla tragedia di febbraio e al processo penale sul naufragio avvenuto in provincia di Crotone.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha dato disposizioni all’Avvocatura generale dello Stato per procedere in questa direzione. Una scelta “presa in considerazione dell’estrema gravità dei fatti, che hanno visto la morte di almeno 94 morti migranti e un elevato numero di dispersi”.
Naufragio di Cutro, al via il processo: presidenza del Consiglio e Viminale saranno parti civili
Palazzo Chigi e Viminale, quindi, si costituiranno parte civile nel processo sulla tragedia di Cutro in cui hanno perso la vita decine di migranti. Come spiega la presidenza del Consiglio in una nota, agli imputati, “in concorso tra loro, sono contestati i delitti di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, naufragio colposo e morte come conseguenza del delitto di favoreggiamento”.
Nello specifico, l’udienza durante la quale è prevista la costituzione delle parti civili è fissata per la giornata di domani, mercoledì 29 novembre. Andranno a giudizio con il ritmo immediato un cittadino turco e due pakistani: sono accusati di naufragio colposo, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte in conseguenza di altro reato. Un quarto imputato ha invece scelto il rito abbreviato.
L’accusa ritiene che a causare l’urto con il fondale e quindi il naufragio fu una brusca virata. A due imputati viene contestata anche l’accusa di aver impedito ai migranti di chiamare i soccorsi. Sulla tragedia di Cutro è stata aperta anche una seconda indagine sulle carenze del sistema di soccorso italiano.