Un altro flop per la Rai sovranista. Il nuovo corso meloniano della televisione pubblica colleziona solo insuccessi. E i vertici di Viale Mazzini sono costretti a prendere decisioni drastiche. In questo caso la chiusura di Avanti Popolo, il talk condotto su Rai 3 da Nunzia De Girolamo il martedì in prima serata.
Una decisione inevitabile. Non solo di fronte agli ascolti, un vero e proprio flop. Ma anche per i costi decisamente alti: parliamo di circa 200mila euro a puntata, con la produzione esterna del programma da parte di Fremantle.
Chiude Avanti Popolo, nuovo flop della Rai sovranista
Il programma avrebbe dovuto sostituire Cartabianca, dopo la decisione di Bianca Berlinguer di lasciare la Rai per approdare a Mediaset. Nei palinsesti invernali, però, Avanti Popolo non ci sarà più. La decisione è stata presa dall’ad Roberto Sergio, che non ha potuto fare altro di fronte a uno share che non supera il 3% di media, nonostante costi record. Il programma sarebbe dovuto proseguire fino a maggio, ma così non sarà.
Per De Girolamo, invece, si parla di un ritorno della trasmissione Ciao Maschio in onda nella seconda serata del sabato di Rai 1. Oltre ai flop di ascolti, non sono mancate le polemiche per il programma, a partire dalla scelta degli ospiti. Qualche esempio: Francesco Boccia, marito di De Girolamo. Ma anche Fabrizio Corona o la 19enne vittima di uno stupro di gruppo a Palermo.
Così la Rai di stampo meloniano chiude un altro capitolo fallimentare e colleziona un flop dopo l’altro. Solamente a inizio novembre, i vertici di Viale Mazzini avevano deciso di chiudere alla terza puntata il programma di Rai 2, Liberi tutti. Anche in quel caso per gli ascolti bassi. Non è andata meglio a Pino Insegno: dopo gli ascolti bassissimi del Mercante in fiera è stato escluso dalla conduzione dell’Eredità.
La smentita a metà di Sergio
L’ad della Rai, Roberto Sergio, ha poi parzialmente smentito la notizia della chiusura della trasmissione, sostenendo che vengono riportate “notizie completamente diverse dalla realtà, frutto di una libera interpretazione”. A suo giudizio parlare di chiusure anticipate “è fuorviante”, ma “è chiaro che dovremo fare una valutazione anche in riferimento all’andamento dei singoli programmi approfittando della pausa natalizia”.