Giorgia nel Paese delle meraviglie. Il racconto dell’Italia da parte della presidente del Consiglio durante il question time al Senato di giovedì è quello di un Paese in cui tutto va a gonfie vele. Anche dal punto di vista economico. Tanto che per Meloni “è cresciuta la fiducia di investitori e mercati, lo spread è ai minimi e la Borsa cresce”. Questo il racconto. Poi, però, c’è il mondo reale.
Quello abitato dagli italiani che guardano il loro portafoglio e lo vedono vuoto. La narrativa della presidente del Consiglio si scontra, infatti, con tutti gli ultimi dati economici. Non solo quelli sulla crescita, ormai ferma, o sulla produzione industriale. Iniziamo dal clima di fiducia. Per Meloni è in crescita quella di investitori e mercati (e pure questo è tutto da vedere), ma non lo è di certo quella delle famiglie. L’ultimo dato dell’Istat riguarda il mese di ottobre, quando si è registrato un forte calo del clima di fiducia dei consumatori: l’indice è passato da 105,4 a 101,6. Quarto mese consecutivo di diminuzione e dato più basso dal gennaio del 2023.
E non va meglio per le imprese, con l’indice in calo da 104,9 a 103,9. L’indice complessivo ha raggiunto il valore più basso dall’aprile del 2021. Altro che fiducia. Ma restiamo sulle famiglie e sui loro consumi. Inevitabilmente ridotti, perché gli italiani sono costretti a ridurre le spese. Il dato Istat di settembre evidenzia che le vendite al dettaglio sono diminuite dello 0,3% rispetto al mese del precedente e dello 0,6% in volume. La spesa è aumentata dell’1,3%, ma a fronte di un calo del 4,4% delle quantità acquistate. Le vendite dei beni alimentari crescono del 5,5% in valore, ma diminuiscono del 3,1% in volume su base annua.
Cioè le famiglie spendono di più per comprare meno. E calano tutti gli acquisti di beni non alimentari, sia in valore che in volumi. Cioè gli italiani hanno meno soldi e li devono spendere soprattutto per i beni alimentari, sempre più cari. E le famiglie hanno iniziato a risparmiare anche sulla spesa, come sottolineano le associazioni dei consumatori. Tanto che crescono gli acquisti nei discount del 9,2% nel 2023, come sottolinea Assoutenti. A ottobre un altro dato Istat confermava che gli italiani risparmiano sulla spesa alimentare: in un anno è aumentata la quota di chi dichiara di aver limitato quantità e qualità della spesa per cibi e bevande.
A rotoli
Neanche le previsioni fanno ben sperare. Guardiamo al Natale: secondo l’Holiday shopping research di Accenture un italiano su cinque avrà una minore disponibilità economica per i regali sotto l’albero rispetto al 2022. Quasi la metà delle famiglie spenderà meno di 300 euro e chi dovrà risparmiare rispetto all’anno scorso lo fa, nel 40% dei casi, perché non ha possibilità di sostenere la spesa, e nel 39% perché è preoccupato per il futuro. Non va meglio sul fronte dei risparmi: il 55% degli italiani non riesce a mettere da parte nemmeno un euro al mese, secondo i dati dell’osservatorio Findomestic. Il 37% riesce a mettere qualcosa nel salvadanaio, ma si tratta solo (in media) dell’8% dello stipendio.
E il 32% usa questa cifra per spese straordinarie. Inoltre si segnala una flessione delle intenzioni d’acquisto a fine ottobre del 9,8%, toccando il livello più basso degli ultimi 12 mesi. Di recente anche un altro studio, effettuato da Revolut in collaborazione con Dynata, aveva dimostrato la difficoltà degli italiani nel mettere soldi da parte, seppur con cifre diverse: la metà degli intervistati non risparmia più di 100 euro al mese. E il 19% non mette da parte proprio nulla.